Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Le prime reazioni agli attentati di Riyadh Estratti dalla Stampa Saudita
Testata:Informazione Corretta Autore: Federico Steinhaus Titolo: «Stampa Saudita: prime reazioni agli attentati di Riyadh»
Il 14 Maggio 2003, i giornali sauditi erano dedicati principalmente agli attentati suicidi commessi il giorno precedente a Riyadh. Quelli che seguono sono estratti della stampa saudita sugli attentati:
Invito ad un esame di coscienza
In seguito agli attentati di Riyadh, alcuni articoli della stampa saudita invitano alla critica e alla riforma della società saudita. Il giornalista Adel Zaid Al-Tarifi ha scritto: "...quello che dicono molti sceicchi e giornalisti - che non si svegliano finché accade una catastrofe - riguardo a questo fenomeno è improprio e non coglie le vere cause ed origini dell'ideologia della Jihad e dell'accusare [gli altri] di eresia. Per loro è sufficiente definire quel che è accaduto come un'ideologia importata, ignorando i principi fissati nella nostra cultura... il nostro messaggio religioso include molti fenomeni di estremismo religioso. Una rapida occhiata ai sermoni del venerdì nelle moschee o alle Fatwas può dimostrarlo..."
"I gruppi della Jihad trovano una copertura ideologica nel messaggio religioso diffuso nelle moschee e nelle scuole... Ma anche se mettiamo da parte le principali ragioni per cui la corrente della Jihad si è formata, ci sono molte altre ragioni egoistiche... Le Fatwas, ad esempio, che sono emanate dai leader della Jihad, e perfino dagli sceicchi [della corrente] del risveglio islamico negli ultimi due anni, hanno infiammato gli animi di molti e hanno costruito le basi di legittimazione per questi atti. Alcune Fatwas hanno giustificato l'11 settembre, altre Fatwas hanno descritto questi eventi come "attacchi [islamici] benedetti". Durante le guerre in Afghanistan e in Iraq, le Fatwas hanno mandato molti giovani disgraziati in campi di battaglia disperati..."
"La domanda fondamentale è: cosa bisogna fare? Molti dei luoghi di educazione, come le scuole, le case e le moschee, necessitano una riforma immediata. Chiunque voglia attribuire quel che è successo alle condizioni economiche o psicologiche è lontano dalla verità. Queste condizioni possono essere una causa del comportamento dei criminali, ma non possono essere ritenute la causa di un'azione terroristica basata su una credenza religiosa. Il terrorismo religioso non si può fermare, perché è parte della fede religiosa di chi lo compie. Cosa si può fare con persone che pensano che chiunque non sia d'accordo con le loro idee fondamentaliste sia lontano dalla rettitudine? Chi compie questi atti non è una vittima, ma un criminale..."
"Questi avvenimenti non sono nuovi nella nostra società, come qualcuno vorrebbe far credere. Basta citare gli attentati del 1996 e del 1997. Le reazioni a quegli eventi sono state diverse. Quel che è importante riguardo a questo recente avvenimento è che non ci deve portare ad un ulteriore estremismo religioso, come è accaduto in passato. Un ulteriore estremismo religioso ci farà diventare una "Manhattan Saudita".
"Ho scritto questo articolo un giorno prima dei tre attentati [e in seguito all'arresto di una cellula di Al Qa'ida in Arabia Saudita circa una settimana fa], e mi dispiace dover dire che la Manhattan Saudita si è realizzata veramente" [1]
Articoli simili si ritrovano nel quotidiano saudita in lingua inglese Arab News. Il giornalista Raid Qusti ha scritto: "...Ho preso un giornale arabo ieri mattina. Dopo il titolo cubitale riguardante le tre esplosioni che hanno scosso Riyadh, cominciava l'esposizione di uno scrittore molto noto. Ed ecco che le parole magiche vengono in superficie: "Voi non siete sauditi. Non potete essere sauditi. Le vostre azioni sono disprezzate da tutti noi". Lo stesso rifiuto si trova in altre pubblicazioni. Nessuno vuole ammettere che gli esecutori, i terroristi che hanno compiuto questi atti atroci, erano sauditi, molti dei quali portavano il nome di famiglie saudite molto conosciute.
"Lo abbiamo fatto dopo l'11 settembre, negando che 15 dei 19 dirottatori erano di nazionalità saudita e continuiamo a farlo ora. Ma certo, come potevano gli esecutori essere sauditi di questa terra benedetta? Noi sauditi non faremmo mai una cosa del genere. Noi sauditi siamo speciali. Siamo esseri superiori. Quelli che hanno compiuto questi atti devono essere stati addestrati all'estero. E' stata l'influenza esterna, sicuramente. Oh, e il saudita che è stato responsabile dell'esplosione - beh, non è un saudita vero, ma uno straniero che ha preso recentemente la [cittadinanza] saudita. Un puro saudita non farebbe mai una cosa simile. Che sciocchezze! E andrà avanti per sempre. Se ogni volta che un attentato terroristico accade nel nostro paese, noi neghiamo apertamente che ci siano dietro cittadini sauditi, carne della nostra carne e sangue del nostro sangue, allora penso che molto probabilmente ci troveremo di fronte a molti fatti di questo genere anche in futuro."
"Chi vogliamo prendere in giro? Noi stessi, o la comunità internazionale? Nessuno dei due può essere preso in giro."
E' giunto il momento di organizzarsi per bene. Il tempo di far finta che il radicalismo non esiste in Arabia Saudita è finito. Il tempo di far finta che siamo a prova di errore e che non possiamo commettere attacchi terroristici è passato. Bisogna mettergli fine. Ora è tempo di cambiare. Come nazione, non possiamo permetterci che le cose cambino con i loro tempi. Ora o mai più. E bisogna che il cambiamento riguardi tutti gli aspetti della nostra vita - la scuola, la moschea, la casa, la strada e i media.
"Come possiamo dire al resto del mondo che siamo tolleranti con le altre religioni e fedi quando alcuni di noi non sono tolleranti nemmeno con le altre scuole di pensiero islamiche?"
"Come possiamo aspettarci che gli altri credano che la maggioranza di noi siano amanti della pace, che denunciano gli estremismi e il terrorismo, quando alcuni predicatori continuano ad invocare la distruzione degli ebrei e dei cristiani, incolpandoli per la miseria del mondo islamico?"
"E i media? Sembra che riguardo al male, quando non negano apertamente, stiano seguendo il metodo non vedo-non sento-non parlo."
"Solo pochi giorni fa, quando un grande attentato terroristico è stato sventato in Riyadh ed è stata fatta un'irruzione nel covo dei terroristi, il giorno dopo sui giornali locali il capo della Lega Mondiale Islamica ha condannato l'atto, dicendo che l'islam e il terrorismo non sono collegati. Lo sceicco ha detto che uccidere persone innocenti è un crimine per l'Islam. Questo lo sapevamo già. Ma avevamo bisogno di sentire qualcosa in più."
"Avevamo bisogno di sentire tre domande che non sono mai state poste. Come polvere vengono nascoste sotto al tappeto: perché sempre più giovani sauditi vengono riempiti di idee radicali? Chi sono le persone che gli fanno il lavaggio del cervello? In che modo vengono indottrinati?"
"A volte accade che così tanta polvere è stata messa sotto il tappeto che alla fine viene fuori all'improvviso alla vista di tutti. Alla fine, la verità che era stata nascosta è venuta fuori. [2]
Su un editoriale di Arab News intitolato "Il nemico all'interno" si può leggere: "...Dobbiamo ammettere il fatto che abbiamo dei problemi col terrorismo qui. La dichiarazione della settimana scorsa del Ministro dell'Interno che 19 membri di Al Qa'ida, 17 dei quali sauditi, avevano organizzato degli attentati terroristici nel paese e sono ricercati è stato un campanello d'allarme - specialmente per chi si rifiuta fermamente di accettare che i sauditi o i musulmani possano fare qualcosa di malvagio, per chi è ancora aggrappato alla fantasia che l'11 settembre e tutti gli altri attacchi attribuiti a terroristi arabi o musulmani siano stati in realtà opera degli israeliani o della CIA. Per troppo tempo abbiamo ignorato la verità. Non volevamo ammettere che i sauditi erano coinvolti nell'11 settembre. Non possiamo più ignorare che abbiamo un covo di vipere qui, sperando che così facendo se ne vadano via. Non lo faranno. Sono un nostro problema e ora noi [siamo] tutti loro obiettivi.
"E' evidente che chi è responsabile, chi ha avvelenato le menti dei bombaroli, chi ha intenzione di diventare bombarolo, deve essere trovato e distrutto - senza rimorsi e totalmente. Ma distruggerli non sarà abbastanza. L'ambiente che ha prodotto questo terrorismo deve cambiare. I terroristi suicidi sono stati incoraggiati dal veleno dell'anti-occidentalismo che scorre nelle vene del Medio Oriente, e il Regno non ne è meno colpito. Quelli che hanno gioito per l'11 settembre, quelli che hanno felicemente sostenuto gli attentati suicidi in Israele e in Russia, quelli che considerano i non-musulmani meno umani dei musulmani e quindi in qualche modo da buttare, tutti sono in parte responsabili per gli attentati di Riyadh."
"Non possiamo dire che gli attentati suicidi in Israele e in Russia sono accettabili e che quelli in Arabia Saudita non lo sono. Il culto del terrorismo suicida deve essere fermato. Così come la propaganda dell'odio, malvagia, vendicativa e parolaia. Ha fornito un terreno fertile per far crescere l'ignoranza e l'odio."
"C'è molto da condannare nella politica degli Stati Uniti; ci sono molti aspetti offensivi nella società occidentale - e dove necessario, il Governo Arabo condanna. Ma l'anti-americanismo e l'anti-occidentalismo nei loro scopi sono [idee] rozze, ignoranti e distruttive. Generano odio. Devono cessare. Altrimenti aumenterà la barbarie." [3]
I Jihadisti e da dove provengono
Altri giornalisti sauditi si sono concentrati sull'argomento del terrorismo islamico come prodotto della politica internazionale. Sul quotidiano "Okaz", Muhammad Ahmad Al-Hassani ha scritto: "Se avessimo guardato le facce dei 19 accusati degli eventi dell'11 settembre - 15 dei quali sauditi - avremmo visto che erano molto giovani; quando abbiamo visto [una settimana fa] le facce dei 19 accusati del tentativo di compiere attentati terroristici a Riyadh e di possedere armi da fuoco ed esplosivi, avremmo scoperto che avevano la stessa età, e che molti di loro appartenevano a famiglie rispettate e a solide tribù, che non appartenevano ai ceti bassi e né erano persone senza un nome... Molti frequentavano l'università. Tuttavia, le idee in cui credono sono inaccettabili per ogni uomo ragionevole, per non parlare di un uomo che ha senso morale e religioso. Da dove hanno preso queste idee?"
"Se volessimo ignorare la realtà e fare false accuse... Potremmo dire che credono in idee scarsamente diffuse [nella nazione musulmana], e concludere dicendo che è impossibile stabilire le fonti di queste idee. O potremmo accusare l'Afghanistan, ma anche accusando l'Afghanistan - visto che molti di loro sono andati in Afghanistan e sono tornati con idee estremiste sulla Jihad e sull'eresia - sorge una domanda sul periodo precedente al viaggio in Afghanistan, che è il periodo in cui sono stati preparati ad andare in Afghanistan. E' stato un periodo di purezza ed innocenza?!"
"Questi giovani hanno avuto come guide sceicchi e fonti di leggi religiose... Stiamo parlando di una vasta scuola di pensiero con molte ramificazioni... che crede di essere il gruppo che verrà salvato [nel Giorno del Giudizio]... Si tratta di una scuola di pensiero che è stata sfruttata politicamente per raggiungere determinati obiettivi locali e internazionali - e di cui non avevamo bisogno, ed è giunto il momento di liberarcene e di distruggerla."
"Dalle sue macerie vengono persone che credono che la loro battaglia sia la lotta del bene contro il male, della verità contro la falsità... Sono il prodotto di una tragedia al cui sviluppo hanno contribuito molti elementi, e speriamo che il prezzo non debba essere pagato da tutti. Si tratta di una tragedia che necessita un trattamento vasto, che va oltre la semplice reazione, anche se è necessario che questa reazione sia decisa e vigorosa." [4]
Khaled Hamed Al-Suleiman ha scritto su "Okaz": "Incolparci per il fenomeno estremistico delle persone che si fanno esplodere per colpire gli altri non è giusto, perché si tratta di un fenomeno nuovo, ed è inconcepibile che si tratti del prodotto della cultura che ha servito la nostra società per mezzo secolo!! L'estremismo ideologico è una merce che non è mai stata prodotta o seminata su questa terra; è una merce importata in questa terra, senza tasse, e chi l'ha esportata non ne ha ottenuto niente, se non le anime innocenti raccolte con atti di terrore indiscriminati..."
"Oggi, l'Arabia Saudita sta pagando il prezzo per decenni di tolleranza e flessibilità nel suo messaggio [religioso], dopo che ha da sempre lavorato per sostenere i musulmani in ogni luogo del mondo... Nessun paese al mondo è stato risparmiato dal terrorismo... e quindi non dobbiamo andare all'estero per analizzare queste conseguenze pratiche e presentarle come l'eliminazione delle fondamenta di stabilità della nostra società. Al contrario: si tratta di minacce che possiamo affrontare finché crediamo di avere responsabilità nei confronti della nostra religione, della nostra patria e di noi stessi. Il fatto che gli estremisti del terrore siano riusciti a trasformarsi in bombe umane dimostra la tirannia della disperazione e della frustrazione di cui sono vittima le loro anime... Non c'è dubbio che questi terroristi si trovino in una fase di agonia, come la loro ideologia..." [5]
Attacchi suicidi e Islam
A differenza dell'editoriale di Arab News, il giornalista 'Abed Khazandar ha cercato di fare una distinzione fra i diversi tipi di attacchi suicidi: "Se compio un'operazione suicida contro il nemico che occupa la mia terra, uccidendo i miei bambini e buttandomi fuori dalla mia casa, si tratta di una Jihad legittima. Ma se compio operazioni simili contro civili innocenti che vengono in Arabia Saudita su invito del suo governo per servire il paese ed educare i suoi figli, si tratta di un atto criminale e terrorista. Si tratta di un omicidio ingiusto che Allah proibisce. In questo caso, prendere le loro vite equivale ad uccidere innocenti, prima di tutto perché non hanno danneggiato gli interessi americani, come sostengono, ma hanno danneggiato la loro patria..." [6]
Allo stesso modo, il giornalista Al-Jowhara bint Muhammad Al-Anqari ha scritto: "A chi giova quel che vediamo oggi nella nostra pacifica terra? Chi ha interessi in questa intimidazione? ... Qual è lo scopo? ... Da cosa sono motivati questi crimini? E' questa la Jihad? La Jihad è uccidere persone indifese che non si aspettano di essere attaccate? L'Islam ci insegna a pugnalare alle spalle, anche ritenendo che si tratti di "nemici"? ... Volete la Jihad? Attuate una Jihad faccia a faccia con l'aggressore. Non usate gli strumenti nelle mani dei nostri nemici, e non distruggete la vostra terra con le vostre stesse mani!..." [7]
Hamad bin Hamed Al-Salame ha scritto: "Oh cavernicoli stranieri, lasciate il nostro paese e andate all'inferno!... Lasciateci. Siamo un popolo credente, e il nostro governo è saggio... Andatevene con tutta la vostra bruttezza e la vostra meschinità... Andate all'inferno. Tutti i vostri atti terroristici e le vostre esplosioni non ci faranno chinare il capo... Tornate al posto da cui siete venuti, nelle grotte di Tora Bora, e baciate i piedi dei vostri maestri che vi hanno insegnato a spargere sangue e a uccidere gli innocenti... Sono loro ad avervi insegnato come mentire, ingannare e fuorviare la povera gente. Andate, codardi... andate all'inferno, o andate nel paradiso dei vostri capi, che vi hanno insegnato la stregoneria nelle caverne di Tora Bora. Sedetevi accanto a loro nel tetro paradiso delle idee e degli atti ignobili... che se distribuiti a tutti gli abitanti della terra sarebbero sufficienti fino al Giorno del Giudizio..."
"Andate, idioti, e svegliate tutte le cellule dormienti... Svegliatele, e andate con loro, lontano da noi. Non c'è posto per voi fra di noi... Andate all'inferno." [8]
[1] Al-Watan (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
[2] Arab News (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003;
http://www.arabnews.com/Article.asp?ID=26166
[3] Arab News (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003;
http://www.arabnews.com/Article.asp?ID=26165
[4] 'Okaz (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
[5] 'Okaz (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
[6] 'Okaz (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
[7] 'Okaz (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
[8] Al-Jazirah (Arabia Saudita) 14 Maggio 2003
The Middle East Media Research Institute (MEMRI) è un'organizzazione indipendente no profit che traduce e analizza i media del Medio Oriente.