Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Due articoli scivolosi Per Rosaspina e Olimpio il fine giustifica i mezzi
Testata: Corriere della Sera Data: 21 maggio 2003 Pagina: 3 Autore: Elisabetta Rosaspina Titolo: «Così Hadar la guardiana ha evitato una strage»
Al centro commerciale di Afula in Israele, ha bloccato l’attentatrice, restando ferita
Sarebbe un bell'articolo, se non fosse per una brutta scivolata. Infatti, dopo avere scritto che Esattamente 8 anni e 4 mesi fa, sua sorella maggiore, Mor, infermiera nel corpo dei paracadutisti, era sopravvissuta a stento a un doppio attacco terroristico a Beit Lid, un incrocio vicino a Netanya. Accorsa in aiuto dei feriti del primo scoppio, Mor era stata investita in pieno dall’esplosione del secondo kamikaze, che aspettava al varco i soccorritori Rosaspina si lancia in uno scandaloso e improponibile parallelo: Se Hadar aveva quasi perso una sorella, Hiba aveva quasi perso un fratello, Bakir, all’inizio della seconda intifada, in uno scontro con l’esercito israeliano, fuori dal liceo. La vittima di un attentato particolarmente infame, per Rosaspina, è uguale a chi è rimasto ferito nel tentativo di uccidere chi gli aveva offerto uno stato e la pace. Ricordiamo, per inciso, che otto anni e quattro mesi fa, gennaio 1995, era l'epoca del processo di pace, quello in cui Rabin continuava a dare terra aspettandosi in cambio la pace. Anche quello di Guido Olimpio, "L’assalto delle «bombe che camminano»" a pag. 2, accurata e approfondita analisi dell'universo terroristico, sarebbe un bell'articolo, se non contenesse anch'esso una brutta scivolata: Migliaia di persone vivono come in una bolla di violenza e oppressione. Centinaia di milioni di persone, nel mondo, vivono come in una bolla di violenza e oppressione (in Brasile, in India, più o meno in tutto il Sudest asiatico, in molte parti dell'Africa), ma nessuno, al di fuori del mondo islamico, si rivolge al terrorismo per risolvere i propri problemi. Le chiusure imposte dai soldati israeliani così, tanto per togliersi uno sfizio unite all’incitamento all’odio ma naturalmente vengono prima le angherie israeliane accrescono il desiderio di distruzione. Attivando la cintura esplosiva il terrorista vuole dimostrare il suo attaccamento alla causa ma riesce solo a dimostrare quanto bene gli abbiano cucinato il cervello ma al tempo stesso intende liberarsi dalla cappa di ferro. E quelli che vengono dall'Inghilterra, da quale cappa vogliono liberarsi? E considerando che la maggior parte di coloro che oggi risiedono nei cosiddetti territori occupati vi sono giunti dai circostanti Paesi arabi DOPO l'occupazione (dal 1967 a oggi sono stati costruiti 261 insediamenti da arabi neo-arrivati, quasi il doppio di tutti gli insediamenti costruiti dagli israeliani), viene da chiedersi: ma se sotto lo spietato tallone di ferro del brutale occupante sionista si sta così maledettamente male, perché diavolo ci vengono? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.