Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Pur di dare addosso a Israele Olimpio,i suoi condizionali e le sue contorsioni
Testata:Il Corriere della Sera Autore: Guido Olimpio Titolo: «Israele minaccia Arafat: pronti a espellerlo»
Di fronte alla possibilità di spargere veleno su Israele, Guido Olimpio è come il fumatore incallito di fronte a una sigaretta, il giocatore incallito di fronte a un mazzo di carte, il bevitore incallito di fronte a un bicchiere di vino: non resiste. Ed ecco così uno splendido pezzo di informazione sul terrorismo - campo in cui Olimpio è un autentico maestro - trasformato in uno stillicidio di punzecchiature, insinuazioni e sottile disinformazione. Scrive per esempio che
Per Israele, Arafat continua a sostenere il terrorismo
Sono di un paio di giorni fa gli appelli (pubblici) di Arafat alla continuazione del terrorismo antiisraeliano, ma Olimpio preferisce non darsene per inteso: il suo sostegno al terrorismo è sempre e solo una fantasia israeliana. E caso mai non fosse sufficientemente chiaro:
Nell’analisi israeliana Arafat sta mettendo i bastoni tra le ruote al premier palestinese - una carica che gli è stata imposta - e non ha interrotto il rapporto ambiguo con le ali più estreme. Come sopra: qualunque accusa ad Arafat nasce esclusivamente dalla malevolenza israeliana. E dopo un'accurata analisi sulle più recenti manovre del terrorismo palestinese, ricade nell'antico vizio:
Sempre in Libia potrebbero trasferirsi elementi di due formazioni radicali, il Fronte di Jibril e quello di Abu Abbas (oggi in mano americana)
ossia di chiamare "formazioni radicali" (parenti di Emma Bonino?) i più feroci gruppi terroristici che il mondo abbia conosciuto nei decenni scorsi.
Movimenti che per la sicurezza israeliana segnalano il saldarsi di realtà terroristiche internazionali diverse. E ancora una "fantasia" israeliana. Che la presenza di Al Qaeda in Cisgiordania sia un fatto provato, vale per tutti meno che per Guido Olimpio.
Il settimanale Time sostiene che gli islamici di Hamas avrebbero arruolato
mi raccomando: non dimentichiamoci di usare il condizionale!
reduci della guerra afghana e membri di Al Qaeda per partecipare ad attacchi anti-Usa. Una rivelazione che potrebbe trovare la prima conferma
potrebbe ...
nell’indagine sull’attacco compiuto a Tel Aviv da due kamikaze islamici ma con passaporto europeo. Ma, soprattutto, una mossa che permetterà a Sharon di dire a Bush: l’estremismo palestinese e il terrore di Al Qaeda fanno parte dello stesso asse del male, ora vi rendete conto di quello che soffriamo.
Guido Olimpio deve aver compiuto qualche acrobazia - o scivolata - sintattica, e il discorso appare piuttosto confuso: quale sarebbe la mossa di cui parla?
Silenzio, ovviamente, sulle decine di palestinesi abbattuti.
E qui di che cosa sta parlando? Di caccia alla volpe? Di tiro al piccione? Chi sarebbero questi palestinesi che gli israeliani si divertono ad ABBATTERE a decine? Chi farebbe calare il silenzio su tutto questo? Qual è lo scopo di queste allusioni - non si sa a che cosa - da parte di Olimpio?
La carta della violenza sarà usata dal premier israeliano a Washington non sarà che gli attentati se li organizza Sharon per avere una carta in più da giocare?
per contenere le possibili pressioni Usa sulla «mappa della pace» che dovrebbe portare alla nascita di uno Stato palestinese. A Sharon piace poco e ha presentato una lista di correzioni. Allo scopo di impedire la distruzione di Israele. Ma questo per il signor Olimpio è un dettaglio immeritevole di approfondimento.
Gli Usa, prima, hanno reagito con fastidio, ora per bocca del segretario di Stato Colin Powell si sono mostrati concilianti: «Non possiamo forzare uno Stato democratico». Che equivale a una badilata di terra sulla tomba della «road map».
Ma quale finezza, caro Olimpio! E che cosa mi dice della continuazione del terrorismo da parte palestinese? E del fatto che Arafat continua a mantenere ben stretto nelle sue mani tutto il potere effettivo? E del fatto che Abu Mazen non ha mai sconfessato, neanche lui, il terrorismo? E di altre centomila cose che potremmo citare e non citiamo solo per non rischiare di annoiare i nostri lettori? C'è inoltre da ridire anche sul titolo: evidentemente il titolista, che annuncia come ormai pronta l'espulsione di Arafat, non deve aver letto l'articolo, in cui si dice:
Ma Gissin, in risposta a una precisa domanda, ha replicato che ci sono molti fattori a cui il governo deve dare il giusto peso prima di arrivare alla misura estrema.
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