domenica 18 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.05.2003 Arafat: parole criminali
Ma i nostri media non le riportano

Testata:Informazione Corretta
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Arafat: parole criminali»
Il 15 maggio è stato giorno di commemorazioni e di ricordi: per chi di
gioia, per chi di lutto.
Israele, dopo aver ricordato con sempre rinnovato dolore i propri morti
nella Shoah e nelle guerre contro gli arabi, ha gioito per il
cinquantacinquessimo anniversario della creazione dello stato da parte delle
Nazioni Unite (novembre 1947) e la sua proclamazione ufficiale (maggio
1948). Ma questo stesso giorno è percepito dai palestinesi in maniera
diametralmente opposta, e segna nei loro ricordi la perdita di una terra, di
una casa, delle radici.
Il problema non è dato da questa percezione, legittima, bensì dalla
rimozione totale delle cause di questo sradicamento: il rifiuto dei paesi
arabi di accettare che su metà della Palestina storica nascesse uno stato
palestinese a fianco di uno ebraico, la guerra di sterminio proclamata
contro Israele e la forte sollecitazione rivolta ai palestinesi ad
abbandonare le loro case per facilitare l' avanzata degli eserciti arabi e
poi tornare da vincitori e predatori.

Nel cinquantacinquesimo anniversario di quello che i palestinesi chiamano
Nakba, Arafat, parlando alla televisione palestinese, ha affermato che "la
Palestina è la nostra patria,alla quale ogni singolo profugo palestinese ha
iul diritto di tornare".
"In questo giorno di lutto, lo stato d' Israele è stato fondato dalla forza
delle armi e dalla cospirazione coloniale, sulle rovine della nostra patria,
la Palestina, ed il nostro popolo è stato sradicato e disperso nelle sue
terre originarie ed in esilio, fra i massacri".
"Nel 1947 le potenze coloniali che controllavano le Nazioni Unite hanno
imposto la spartizione della nostra patria, la Palestina, in due stati...Il
popolo palestinese non accetterà le umiliazioni, il colonialismo israeliano
e l' aggressione israeliana...Nei 55 anni passati molti martiri sono caduti
per la salvezza della loro patria, per la loro libertà e per il ritorno dei
profughi...ogni palestinese sa che gli sarà restiuita la sua identità solo
con il suo ritorno in patria".
Arafat ha poi condannato "il soggiogamento della terra e dei luoghi sacri da
parte dell' occupazione israeliana...Non vi sarà alcuna pace senza un ritiro
completo di Israele da tutte le nostre terre palestinesi ed arabe fino alla
linea del 4 giugno 1967...nessuna pace prevarrà e nessuna sicurezza esisterà
sotto l' occupazione e la colonizzazione" ed ha concluso con un appello "al
nostro popolo ed alla nostra nazione araba" per serrare le fila nel rispetto
della "disciplina nazionale", dell' ordine pubblico e della solidarietà
sociale.

Questo è il tipo di "pace" che Arafat proclama e propone: basata sul rifiuto
totale e violento perfino di quanto le varie risoluzioni storiche delle
Nazioni Unite propongono come compromesso fra le diverse esigenze.
I risultati pratici di questo discorso non si sono fatti attendere, nei
giorni successivi, e di nuovo si contano i morti nelle strade d'
Israele.Abu Mazen , secondo quanto ha dichiarato oggi il suo ministro dell'
Interno Dahlan, non è in grado di esercitare alcun controllo sulle masse, in
rapporto a quanto invece fanno Hamas e la Jihad Islamica.Ed Arafat ha anche
diramato ai media palestinesi un ordine preciso, con il quale vuole impedire
che essi diano risalto a qualsiasi dichiarazione provenga dal nuovo primo
ministro.
I media italiani, anche senza che vi sia stato un ordine di Arafat, hanno
comunque evitato accuratamente sia di riportare il suo discorso così poco
pacifico, sia di mettere in relazione quelle parole con le nuove fiammate di
violenza terroristica.





Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT