giovedi` 01 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
10.07.2023 La Nato guarda a Oriente
Analisi di Gianni Vernetti

Testata: La Repubblica
Data: 10 luglio 2023
Pagina: 26
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «Se la Nato guarda a Oriente»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 10/07/2023, a pag.26, con il titolo "Se la Nato guarda a Oriente" l'analisi di Gianni Vernetti.

27 November | Italy On This Day
Gianni Vernetti

La NATO: paesi membri e sistema delle alleanze | Studenti.it

Il vertice Nato, che prenderà il via domani a Vilnius, sarà un evento storico. L’Alleanza si riunisce nel suo “fianco est”, per la prima volta a ridosso di un conflitto a tutto campo scatenato dalla Russia contro l’Ucraina e dovrà porre riparo alle ambiguità di Bucarest del 2008 offrendo a Kiev quelle necessarie garanzie di sicurezza unitamente ad un chiaro percorso di integrazione euro-atlantica. Ma il vertice di Vilnius sarà ricordato anche per l’allargamento del campo di azione dell’Alleanza stessa verso l’Indo-Pacifico, nella consapevolezza che non sia più rinviabile la definizione di una dottrina geopolitica e di sicurezza in grado di contrastare efficacemente l’accresciuta assertività della Repubblica Popolare Cinese. Le continue minacce militari alla Cina democratica di Taiwan; la mai smentita “alleanza senza limiti”, siglata fra Xi e Putin poco prima l’inizio del conflitto in Ucraina; la costante promozione da parte della Cina della narrativa russa sul conflitto in corso; l’occupazione illegale del Mar Cinese Meridionale su una enorme porzione di mare, con la costruzione di basi militari su atolli all’interno delle acque territoriali di Vietnam, Filippine e Malesia; le rivendicazioni territoriali su ampie porzioni del territorio indiano lungo l’Himalaya; le crescenti triangolazioni fra Cina, Russia e Iran sul fronte energetico, tecnologico e militare, sono gli elementi che caratterizzano la nuova sfida globale di Pechino. E se fino a ieri la competizione con Pechino era sostanzialmente di carattere geo-economico (la Nuova Via della Seta con la quale Pechino ha provato a riscrivere le regole della globalizzazione), oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità che investe pienamente la sfera militare e della sicurezza, anche con il lancio del progetto della Global Security Initiative, che rafforza il carattere “securitario” e militare della cooperazione politica di Pechino nel mondo, mutandone radicalmente i connotati. Questo è il motivo per il quale a Vilnius prenderà il via l’accordo Nato-IndoPacific 4 (Nato-Ip4) con la presenza dei leader delle democrazie dell’Indo-Pacifico di Australia, Repubblica di Corea, Giappone e Nuova Zelanda. Il primo ministro dell’Australia Anthony Albanese, il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol, il primo ministro del Giappone Fumio Kishida e il primo ministro della Nuova Zelanda Chris Hipkins incontreranno i capi di Stato dei trentuno Paesi dell’Alleanza a Vilnius per siglare unaccordo storico che sarà sostanziato dall’avvio di quattro accordi bilaterali con ognuno dei Paesi dell’Indo-Pacifico: le cosiddette Individually Tailored Partnership Program (Itpp), che permetteranno un salto di qualità delle relazioni politiche e militari fra l’Alleanza ed i Paesi firmatari. Ogni Itpp conterrà progetti per realizzare l’interoperabilità fra i comuni eserciti, la diffusione degli standard militari Nato nella produzione di armamenti, la cooperazione marittima, il coordinamento contro le minacce asimmetriche e ibride, la cybersecurity, la catena degli approvvigionamenti su material strategici, la sicurezza nello spazio esterno, le risposte alle iniziative di coercizione economica cinese. I singoli Paesi sigleranno poi una serie di accordi che rafforzeranno il processo d’integrazione fra le democrazie dell’indo-pacifico e quelle euro-atlantiche: l’Australia annuncerà un nuovo e consistente pacchetto di aiuti militari a Kiev insieme ad un accordo bilaterale con la Germania nel settore della difesa, con la co-produzione di mezzi pesanti insieme all’azienda Rheinmetal; la Nuova Zelanda annuncerà l’adesione ad una serie di progetti nati in seno all’alleanza Aukus (fra Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti); il Giappone rafforzerà l’interoperabilità con un accordo per la manutenzione nei porti giapponesi delle marine dei Paesi Nato e confermerà gli impegni del Global Compact Air Program (l’accordo sui caccia di nuova generazione fra Tokyo, Londra e Roma); la Corea del Sud proseguirà il processo di disgelo politico con Tokyo a partire dalla sigla di un accordo trilaterale con Usa e Giappone per contrastare il programma missilistico di Pyongyang. Per dare forza e struttura all’accordo Nato-IP4, verrà anche aperto un ufficio dell’Alleanza a Tokyo, come annunciato recentemente da Jean Stoltenberg, anche se le resistenze del presidente Emmanuel Macron, che vuole ridurre i rischi di irritazione cinese, potrebbe far rinviare la scelta di qualche mese. Ma la di là di qualche tatticismo, il vertice di Vilnius certificherà il fatto che l’invasione russa dell’Ucraina e la mai smentita dichiarazione di alleanza e di amicizia “senza limiti” fra Pechino e Mosca hanno fatto accrescere la consapevolezza che la sicurezza transatlantica e quella indo-pacifica siano profondamente interconnesse.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT