Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ucraina 2: ecco come arrivano i droni iraniani Cronaca di Brunella Giovara
Testata: La Repubblica Data: 11 giugno 2023 Pagina: 17 Autore: Brunella Giovara Titolo: «L’autostrada dei droni da Azov fino a Kiev così l’Iran aiuta i bombardamenti russi»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 11/06/2023, a pag.17, con il titolo “L’autostrada dei droni da Azov fino a Kiev così l’Iran aiuta i bombardamenti russi”, l'analisi di Brunella Giovara.
L’autostrada dei droni da Azov fino a Kiev così l’Iran aiuta i bombardamenti russi I droni dall'Iran al fronte russo in Ucraina
ODESSA — Esiste un’“autostrada” dei droni, che parte dal mare d’Azov e punta verso Kiev: gli Shahed iraniani decollano da una base dove ci sono gli istruttori iraniani, incaricati di insegnare ai russi come si usano queste armi, e i risultati della partnership si vedono. Il percorso è tortuoso, prima un lungo tragitto verso Ovest, poi una virata verso Nord. Nella notte tra giovedì e venerdì un attacco diretto alla capitale è stato per lo più intercettato nel cielo sopra Odessa. «Noi siamo la linea del Rubicone… », spiegano al Comando militare Sud, che sovrintende l’enorme area che va dal confine con la Moldavia fino a Zaporizhzhia. «Dobbiamo abbatterne il più possibile, prima che riescano a volare oltre», ein quella notte ne sono stati lanciati 35, più 8 missili di vario tipo. Venti gli Shahed colpiti, e 2 missili. Gli altri sono andati a bersaglio, in un attacco che è iniziato alle 23 ed è finito alle 5, in 4 ondate successive. Gli effetti: 3 morti, alla periferia di Odessa, e 27 feriti, in un quartiere che a quell’ora era pieno di gente che cercava un po’ di fresco nei giardini pubblici. Gli americani spiegano che la Russia ha ricevuto centinaia di droni dall’Iran, che li costruisce e li spedisce a destinazione via nave attraverso il mar Caspio, fino al porto di Makhachkala, nel Daghestan. Da qui vengono distribuiti nella base russa di Primorsko-Aktarsk, sul mare d’Azov (oppure a nord, in quella di Seshcha, ai confini con la Bielorussia). Inoltre, secondo il portavoce della Casa Bianca John Kirby, i tecnici iraniani«stanno aiutando i russi a costruire una fabbrica di droni che potrebbe essere pienamente operativa il prossimo anno», nell’Area economica speciale di Alabuga, il distretto industriale del Tatarstan. «A partire da maggio gli attacchi sono quasi esclusivamente notturni », spiegano i militari ucraini. Qualche mese fa «abbiamo distrutto il comando operativo dei dronisti russi, in Crimea, e la loro base di lancio è stata spostata sulla costa orientale del mare d’Azov. Da lì decollano e seguono quella che definiamo l’autostrada, ovvero il tracciato dei fiumi». In primisi il Dnepr, appena straripato dopo l’attentato alla diga di Kakhovka: «Volano molto bassi, in modo da sfuggire ai nostri radar, poi si materializzano di colpo e vanno sull’obbiettivo».
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