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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
07.05.2003 Succede in Italia
Scoppia il caso Alitalia e il caso Nolte. Articoli da La Stampa e Corriere della Sera

Testata:Informazione Corretta
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Succede in Italia»
Un pilota dell'Alitalia atterrando a Tel Aviv saluta i passeggeri a bordo con un " Benvenuti in Palestina". La notizia è riportata su tutti i quotidiani anche se in misura diversa. Il Corriere della Sera fa un richiamo in prima pagina accanto allo scandalo della conferenza di Nolte in senato. Lo stesso fa La Stampa. Solo Repubblica relega l'affare Alitalia in poche righe a pagina 20 mentre Nolte è in cultura in un dibattito con il presidente del senato Pera. Il Foglio pubblica integralmente il testo della "lezione" di Nolte.
Che succederà adesso ?
Che succederà al pilota che ha infranto così spudoratamente le regole della sua professione ? un buffetto sulla guancia ? sarà spostato su un'altra rotta ? Con il Caso Cristiano andò proprio così, via dalla sede Rai di Gerusalemme, un piccolo spostamento altrove ed è come se non fosse successo nulla. Capiterà così anche con il pilota ?
Veniamo a Nolte. Che uno storico, a senato riunito, si possa permettere di paragonare Israele al Terzo Reich è inaudito. Qui non si tratta più di libertà di espressione, che va comunque sempre garantita. Nolte è andato oltre al dibattito e al confronto delle idee. Le sue non sono idee, sono mostruosità che insultano la memoria di milioni di innocenti sterminati da quel popolo al quale Nolte appartiene. Curioso che venga ad esporre le sue teorie comparative al senato italiano. Chi l'ha invitato ? Le sue "idee" erano ben conosciute eppure è stato accolto con tutti gli onori.
La sua "lezione" è stata sì "magistrale", ma nel senso che ha fatto capire fino a quale punto di bassezza chi fa il mestiere di storico può arrivare. Certo, in Italia, Nolte è in buona compagnia. Sarà per questo che è stato invitato.

Riportiamo un articolo sull'accaduto pubblicato su La Stampa mercoledì 7 maggio 2003.
Nolte e Israele, scandalo in Senato
di Pierluigi Battista
pagina 1
La Stampa
LA passione delle idee, ha scritto Marcello Veneziani in un libro appena uscito da Laterza, si è oramai inaridita nella politica ridotta a ordinaria amministrazione. Ieri, nella Sala Zuccari del Senato, quell’assunto è stato fortunatamente smentito al termine della «lezione» tenuta dallo storico Ernst Nolte su invito della presidenza del Senato. E’ accaduto che, in forme più veementi Giorgio La Malfa, con cortesi modalità da ospitale padrone di casa lo stesso Marcello Pera, sia stata contestata la comparazione istituita da Nolte tra Israele e la cosiddetta «ideocrazia» nazionalsocialista (e comunista). Uno scontro di idee diventato, appunto, aperta contrapposizione politica. La Malfa ha bollato come «provocazioni» e «ingiurie» le parole di Nolte. Pera ha invitato a non ostracizzare o censurare nessuna idea, anche la più discutibile, facendo del Senato un luogo di libero confronto delle opinioni, ma si è francamente detto «perplesso» e «sconcertato» dai giudizi dello storico tedesco.

Nella lunga conferenza di Nolte è stato affrontato il tema dell’Europa. Ma resta lo sgomento per il paragone tra Israele e il Terzo Reich, per l’evocazione dello spettro di «Auschwitz» nell’analisi della politica israeliana, nell’attribuzione di un presunto progetto di «trasferimento» (o Nolte avrebbe voluto dire di «deportazione»?) dei palestinesi da parte dei dirigenti di Israele, nello svilimento del sionismo a forma coloniale europea.

La Malfa ha bollato l’argomento come una forma di «giustificazionismo» del nazismo. Pera ha criticato l’ospite tedesco pur apprezzandone lo spirito polemico e controverso. Rimane il fatto che una cerimonia che nelle intenzioni avrebbe dovuto conservare tratti molto compassati e «istituzionali» si è trasformata in luogo di antagonismo politico-culturale, e non è detto che l’imprevista metamorfosi sia un male.
Anche se non può che far male agli ebrei di Israele il paragone con il Terzo Reich, solo per la voglia di stupire.
Riportiamo due articoli sull'accaduto pubblicati sul Corriere della Sera mercoledì 7 maggio 2003.
«Le scuse non bastano»
Sospeso il comandante
L’ambasciatore Gol: «Un insulto tremendo nel giorno in cui celebriamo tutti i nostri caduti»
di Guido Olimpio
pagina 12
Corriere della Sera

GERUSALEMME - Incidente diplomatico tra l’Alitalia e Israele. Un pilota della compagnia aerea, ai comandi di un jet sulla rotta Roma-Tel Aviv, non appena atterrato nello scalo israeliano ha salutato così i passeggeri: «Benvenuti in Palestina, buona festa dell’indipendenza alla Palestina».
I passeggeri israeliani restano interdetti e poi reagiscono. Chiedono spiegazioni all’equipaggio, pretendono di parlare con il pilota. Ma l’ufficiale resta chiuso nella cabina. I passeggeri insistono per un chiarimento, si sentono profondamenti offesi da quelle parole pronunciate attarverso l’interfono.
Per due ragioni. Il riferimento alla Palestina. E il fatto che essendo passata la mezzanotte si era ormai entrati nella giornata della Memoria. Il 6 maggio si ricordano gli israeliani caduti in tutte le guerre e oggi lo Stato ebraico celebra la Festa di indipendenza. Dunque ore di profonda commozione.
Alle proteste dei viaggiatori sono seguite quelle ufficiali. Il portavoce dell’aviazione civile Pini Schiff ha annunciato un passo formale accusando il pilota di «insensibilità» in un momento i cui «migliaia di persone si recano nei cimiteri».
L’amministratore delegato dell’Alitalia, Francesco Mengozzi, ha scritto all’ambasciatore di Israele a Roma, Ehud Gol, per presentare le sue scuse e ha promesso «le necessarie misure» nei confronti dei responsabili: il pilota per il momento è stato sospeso da tutti i voli. Ma per il rappresentante di Israele le scuse «non bastano, è insulto tremendo» perché pronunciato in un giorno di lutto.
Nel tentativo di chiudere il caso, il direttore commerciale dell’Alitalia a Tel Aviv, Orly Segal, ha assicurato che il pilota «non volerà più in Israele». Una misura adottata dall’Air France nei confronti di un suo comandante che nel luglio scorso aveva definito l’aeroporto di Tel Aviv «Israele-Palestina». Anche l’ambasciata italiana è intervenuta definendo «irresponsabile» l’atto del pilota e ricordando come l’Alitalia sia stata l’unica compagnia aerea europea a non sospendere neppure un giorno i collegamenti con Israele durante il conflitto in Iraq. Inoltre l’aeroporto di Tel Aviv ha rappresentato per la compagnia «uno dei punti cardinali nella strategia commerciale».
Per il presidente dell’associazione piloti (Anpac), Andrea Tarroni, «si è trattato solo di un lapsus, dopo tante ore di volo ci si può anche confondere tra Israele e Palestina, non c’era alcuna intenzione di offendere il popolo di Israele». Secondo Tarroni «ora ci saranno le doverose verifiche a partire dal rapporto del comandante» che sarebbe già tornato in Italia.
La vicenda ha avuto un certo spazio sui alcuni siti Internet israeliani dove i cittadini hanno mandato messaggi di protesta. E c’è il timore che, in Israele, qualcuno possa fare delle facili generalizzazioni accomunando il gesto di un singolo a quello di un intero Paese.
Paragone Israele-Terzo Reich, proteste in senato
di Daria Gorodisky
pagina 12
Corriere della Sera

ROMA - Forse il presidente del Senato Marcello Pera non si aspettava che da un'iniziativa culturale potesse esplodere una imbarazzante polemica politica. Ma le caratteristiche dell'uomo che ieri è stato invitato a tenere una «lezione magistrale» nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani erano note: Ernst Nolte, internazionalmente discusso storico tedesco revisionista. E, durante la sua conferenza sulla filosofia europea, Nolte ha ripresentato la sua teoria del tutto-uguale (nazismo come bolscevismo) e i suoi giudizi su Israele e l'Olocausto: «L'unico elemento di differenziazione tra Israele e il Terzo Reich potrebbe essere Auschwitz»; «La simpatia per i palestinesi è più diffusa di quella per le vittime dell'Olocausto»; «Anche il sionismo voleva conquistare»; «Israele è uno Stato ideocratico ed eccezionale». Queste affermazioni - ripetute il giorno in cui Israele celebra la sua indipendenza - non hanno creato sconcerto tra il pubblico (un centinaio di persone) presente, con l'eccezione del repubblicano Giorgio La Malfa: «Mi ritrovo in un'occasione molto sgradevole a causa delle sue imbarazzanti provocazioni». E a La Malfa ha replicato Pera, nel suo ruolo di moderatore: «Non sono accettabili censure».
In sala c'erano esponenti politici, da Giulio Andreotti a Lamberto Dini (Margherita), Andrea Romano (direttore diessino della Fondazione Italianieuropei, venuto al posto di D'Alema), Ferdinando Adornato (Forza Italia); oltre a rappresentanti della Rai, come il presidente Lucia Annunziata e il consigliere Marcello Veneziani (era invitato l'ambasciatore di Israele in Italia, ma non è intervenuto). Qualche imbarazzo? «Nessuno - risponde Adornato - Nolte ha subito un ostracismo in Germania e io mi sono sempre battuto perché potesse esprimere le sue idee. Non condivido le sue tesi, ma perché non invitarlo?». E mentre Natale D'Amico, senatore della Margherita, giudica a distanza «gravissime le dichiarazioni di Nolte», il ds Romano racconta di avere «preferito tenere un atteggiamento di understatement : è uno storico così screditato nel mondo. Comunque Pera ha fatto bene a invitarlo, in Italia ha una sua notorietà».
Alla fine il presidente del Senato ha chiuso così: «La comparazione tra Germania di Hitler, Russia di Stalin e Israele fa insorgere un equivoco grave tra giudizi di natura storiografica e giudizi morali». Mentre dal suo entourage si faceva sapere che Pera non condivide la opinioni di Nolte. Parole che certamente non bastano alla Comunità ebraica, come spiega Riccardo Pacifici: «Siamo assolutamente sorpresi che nel Senato della Repubblica e alla presenza del presidente Pera, che stimiamo, il signor Nolte abbia potuto ripetere tesi che hanno sempre preoccupato il mondo ebraico. Elaboreremo una protesta formale e la richiesta di garanzie per la tutela della nostra memoria».



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