Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Putin: Inasprire le sanzioni L’economia russa è in ripresa, servono misure economiche più incisive
Testata: Il Foglio Data: 10 maggio 2023 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Putin: Inasprire le sanzioni»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 10/05/2023, a pag.3, l'editoriale "Putin: Inasprire le sanzioni".
Secondo le previsioni di Izvestia, uno dei quotidiani russi più diffusi, nel 2023 il pil crescerà dello 0,9 per cento: uno scenario più ottimistico di quello del Fmi (+0,7 per cento) e più pessimista di quello del ministero dell’Economia russo (+1,2 per cento). La ripresa dovrebbe essere sostenuta dalla domanda interna e dal riorientamento delle esportazioni in Cina e India. Tuttavia, ci sono molti “se” e “ma”. Gli esperti consultati sottolineano che la crescita sarà influenzata dalla “situazione geopolitica” e dalle “restrizioni esterne”, ovvero dall’andamento della guerra e dall’efficacia delle sanzioni. Molto, soprattutto, dipende da quanto le sanzioni vengono rafforzate. Nel 2022 l’economia russa si è contratta del 2,1 per cento, molto meno delle previsioni iniziali di crolli tra il 7 e il 12 per cento. Le sanzioni, che il primo anno hanno riguardato essenzialmente le importazioni, hanno indebolito le capacità tecnologiche e di sostenere la macchina bellica, ma la Russia ha saputo sfruttare le falle e i limiti delle sanzioni per contenere i danni, soprattutto usando l’enorme surplus garantito dalle entrate di gas e petrolio (non sanzionati). Da fine 2022, le sanzioni colpiscono anche l’export, in particolare il settore petrolifero, che ne sta risentendo. Ma non basta. In vista del G7 di Hiroshima del 19 maggio i leader occidentali devono decidere se è arrivato il momento di inasprire le misure, come chiedono diverse organizzazioni, come il gruppo di esperti sulle sanzioni Yermak-McFaul o la Kyiv School of Economics. Tra le proposte c’è il rafforzamento delle sanzioni su petrolio e gas, sull’export non energetico, il sostegno alla dismissione delle imprese occidentali dalla Russia, un rafforzamento generale della compliance e l’applicazione di sanzioni secondarie a paesi terzi. Su quest’ultimo aspetto, le proposte dell’undicesimo pacchetto di sanzioni della Commissione europea vanno nella giusta direzione, eppure per molti governi è un passo troppo audace. Ma sono proprio su queste esitazioni che Vladimir Putin continua a scommettere.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante