Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Liberate Gershkovich Come sempre le democrazie stanno in silenzio
Testata: Il Foglio Data: 19 aprile 2023 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Il giornalista compare in tribunale»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/04/2023, a pag. 3, l'editoriale "Il giornalista compare in tribunale".
Evan Gershkovich
Camicia a quadri, jeans, braccia conserte: il giornalista americano Evan Gershkovich è comparso ieri per la prima volta in un tribunale russo da quando è stato arrestato il 29 marzo scorso con l’accusa di spionaggio a favore degli Stati Uniti. Gershkovich era dentro una gabbia a vetri, aveva lo sguardo attento che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane in cui ci siamo riletti e rivisti i suoi articoli e i suoi video, ha sorriso (immortalato in una splendida foto dell’Afp) e ha fatto dei cenni alle persone che ha riconosciuto dentro l’aula. Lunedì, finalmente, l’ambasciatrice americana a Mosca, Lynne M. Tracy, aveva avuto il permesso di fargli visita alla prigione di Lefortovo: “E’ in buona salute e rimane forte – ha detto la Tracy – Rinnoviamo la nostra richiesta di un rilascio immediato”. Anche l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, aveva fatto la stessa richiesta nelle ore precedenti, ma si sa che in queste settimane il Palazzo di vetro è ostaggio della presidenza russa del Consiglio di sicurezza. Ogni tentativo, anche quello minimo di mandare Gershkovich almeno agli arresti domiciliari, è stato comunque respinto dalla corte russa, che ha confermato la decisione della detenzione a Lefortovo. Durante la breve sessione, le autorità russe non hanno fornito alcuna prova, anche se gli agenti dell’Fsb che hanno arrestato il giornalista dicono dal primo giorno – ripresi dalle ambasciate russe in occidente e dalla propaganda – di aver preso Gershkovich “in flagranza di reato”. La Tracy, che è entrata in aula assieme agli avvocati del giornalista e ai fotografi, ha ribadito: le accuse sono infondate. Per la Casa Bianca l’arresto “è totalmente illegale”; per il dipartimento di stato Gershkovich “è detenuto illegalmente”; per la Russia il giornalista è una spia, il processo per questo tipo di reati si tiene solitamente a porte chiuse, quindi sapremo qualcosa a cose fatte. Evan Gershkovich rischia vent’anni di carcere.
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