giovedi` 19 giugno 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.04.2023 Sergio Romano, il difensore di Putin
Un articolo in lode del criminale russo

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 aprile 2023
Pagina: 2
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Perché un allargamento della Nato (fino a Kiev) non giova a nessuno»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/04/2023, a pag.2, con il titolo "Perché un allargamento della Nato (fino a Kiev) non giova a nessuno" il commento di Sergio Romano.

Risultati immagini per sergio romanoVladimir Putin recognises Ukrainian separatist regions, in escalation of  tensions | Euronews
Sergio Romano - Vladimir Putin

Esistono ancora, in Europa e nelle Americhe, generazioni che ricordano le guerre combattute fra gli Stati e all’interno delle società nazionali nel Ventesimo secolo. Alcuni italiani ricordano la guerra d’Etiopia dell’ottobre 1935; e molti altri europei furono testimoni dei conflitti con cui più tardi scomparvero gli imperi coloniali che erano stati costruiti dai bisnonni ed erano sopravvissuti alla Seconda guerra mondiale. Non erano più guerre religiose o ideologiche, come era accaduto molto frequentemente nei secoli precedenti, ma furono nondimeno sanguinosi conflitti fra uomini che si affrontavano, spesso pretestuosamente, in nome della loro fede o della loro razza. Con qualche variante usavano tutti le stesse armi: fucili, cannoni, gas, lunghi assedi, lunghe privazioni di cibo e di acqua, feroci epidemie fra la popolazione civile. La grande innovazione, alla fine della Seconda guerra mondiale, fu la bomba atomica: un’arma che poteva aumentare esponenzial-mente il numero delle vittime, ma ebbe anche l’effetto di rendere molti Paesi più cauti. Uno sguardo all’attualità può essere utile perché esiste oggi il caso particolarmente interessante della guerra ucraina. Il Paese era divenuto uno pseudo Stato quando, anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre e la sua ascesa al potere, Stalin aveva voluto farne una Repubblica socialista e sovietica. Ma fu rispettato come tale soprattutto da quando le Repubbliche democratiche dell’Occidente vollero riconoscere l’esistenza di un nuovo Stato, ai confini della Russia, per evitare che Mosca ne facesse il disciplinato satellite di una sua costellazione. Non credo che la mossa moscovita avrebbe potuto estendersi all’intero continente; e non credo quindi che giustificherebbe oggi l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Il Patto Atlantico fu creato quando la patria del comunismo disponeva ancora di una quinta colonna (i partiti comunisti di molti Paesi dell’Europa occidentale) e quando l’esistenza di una istituzione militare in Occidente avrebbe persuaso Mosca a muoversi con prudenza. Il risultato è stato raggiunto e la Nato ha perduto ormai la sua originale funzione. Non credo che il suo allargamento ad altri Paesi della Europa Orientale gioverebbe alla pace del continente; e credo che la renderebbe piuttosto afflitta da una pericolosa precarietà.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare:02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT