Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Siria è sotto pressione... ma continua a dichiarare che l'unico problema è Israele
Testata:Informazione Corretta Autore: Federico Steinhaus Titolo: «La Siria sotto pressione dagli Stati Uniti»
Il termine "capro espiatorio" , che ha origini religiose, ha assunto nel corso della storia molti significati, ma è sempre attuale quello specificamente riferito alla tattica (o strategia?) dei regimi autoritari di trovare in una "vittima sacrificale" (altra terminologia religiosa) vulnerabile e facilmente riconoscibile il diversivo contro il quale dirigere la rabbia del popolo. Nell'Europa cristiana e nella Russia zarista si trattava, sempre o quasi, degli ebrei. Per il mondo arabo il "capro espiatorio" o "vittima sacrificale" è Israele. La Siria è stata posta sotto pressione dagli Stati Uniti dopo la rapida e facile (per ora) conclusione della guerra contro Saddam. Possiede armi di distruzione di massa, ha aiutato Saddam, aiuta attivamente più o meno tutte le organizzazioni terroristiche, occupa militarmente uno stato sovrano (il Libano) - e si tratta di fatti incontrovertibili. Eppure, la Siria ha promosso una campagna di pubbliche relazioni negli Stati Uniti, inviando a New York e Washington una sua rappresentante. Questa signora ha esplicitamente negato qui fatti, ha glissato sulle accuse specifiche, per dichiarare: "L' unica soluzione nel Medio Oriente è di por termine all'occupazione israeliana ed agli insediamenti...invece di condannare Hamas e la Jihad Islamica e gli Hezbollah e gli attentatori suicidi e tutte queste cose, fate finire l'occupazione, fate finire gli insediamenti". In Egitto, il settimanale Al Ahram, considerato portavoce ufficiale del governo, ha pubblicato un articolo firmato dal suo direttore Ibrahim Nafie. "Gli Hezbollah...operano legittimamente per mandare via Israele dall'area agricola di Shebaa", scrive Al Ahram, trascurando il dettaglio che questa area viene considerata dalle Nazioni Unite come facente parte del territorio siriano, mentre gli Hezbollah (notoriamente al servizio della Siria) agiscono nel sud del Libano. "Nessuno può chiedere ragionevolmente lo smantellamento delle strutture militari di Hezbollah. Israele, e non la Siria, è da mettere sotto accusa per la violenza nel sud del Libano (nota: Israele si è completamente ritirato dal Libano per decisione dell' allora primo ministro Barak)...E per quanto concerne l'esistenza in Siria di un programma di armi di distruzione di massa, è importante sottolineare che i governi ed i popoli arabi accusano Washington di usare un doppio standard nel Medio Oriente. (Washington) insiste accusando gli stati arabi...col pretesto del possesso di armi di distruzione di massa mentre blocca ogni tentativo di distruggere le stesse armi in Israele...". Su un altro fronte di scontri diplomatici, le notizie di martedi mattina (29 aprile) sono che Arafat ha creato un Consiglio Nazionale Palestinese per togliere ad Abu Mazen ogni potere reale nel controllo della sicurezza (leggi: attività terroristica),ha nominato il suo fido Erekat a capo della delegazione che dovrà condurre eventuali negoziati di pace, esautorando totalmente Mazen anche su questo fronte, ed ha fatto nominare Azzam al-Ahmad, inviato personale di Arafat presso Saddam, ministro dei Trasporti e della Tecnologia. La seduta del Consiglio Legisltativo Palestinese, che dovrebbe approvare la nomina del nuovo gabinetto con a capo Abu Mazen, si trasforma di conseguenza in una farsa, nella quale il burattinaio Arafat ha giocato tutte le sue carte per non cedere al nuovo primo ministro altro che qualche evanescente simbolo del proprio potere assoluto, ma non la sua vera essenza.