Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Gli artigli di Arafat Arafat non vuole mollare la presa: la comunità internazionale lo mette sotto pressione per la formazione del nuovo governo
Testata:Informazione Corretta Autore: Deborah Fait Titolo: «»
Da Domenica Arafat e Abu Mazen non si parlano, il Primo Ministro palestinese ha rassegnato le dimissioni ma non ha ancora consegnato la lettera, Mubarak manda oggi a Ramallah Omar Suleiman, capo dell'intelligence egiziana per convincere il raiss palestinese a ragionare. Chissa', forse gli dira' "Arafat prova a pensare, potrebbe essere per te una nuova esperienza!" Mubarak ci prova. Moratinos telefona giorno e notte ad Arafat, sono amici, grandi amici, direi amici fraterni, direi di piu', sono quasi complici. Moratinos e Solana hanno sempre protetto il presidente palestinese, sono sempre andati a trovarlo al Mukata di Ramallah, hanno incoraggiato i pellegrinaggi di sottomissione europea ai suoi desideri, prepotenze e menzogne, non hanno mai dato ascolto agli appelli israeliani di lasciar perdere, di non dare ulteriore forza al dittatore. Il risultato della sottomissione europea alla dittatura palestinese e' sotto gli occhi di tutti: Arafat non molla il potere, da un anno si parla di riforme all'interno dell'ANP ma si e' visto niente di notevole, tutto e' rimasto invariato, non si muove foglia che il tiranno non voglia, il terrorismo non e' debellato, ogni giorno Israele arresta terroristi suicidi pieni di esplosivo. Arafat non vuole dividere il potere con chi gli e' stato imposto dalla comunita' internazionale, col Primo Ministro appena inventato, Abu Mazen. Forse sperava di accontentare tutti e di continuare a comandare. Sperava di aver preso in giro per l'ennesima volta il mondo intero ma non appena Abu Mazen ha incominciato a fare il primo ministro e gli ha presentato una lista di uomini nuovi per creare un governo ecco che Arafat si e' reso conto di aver fatto male i suoi calcoli e che la fine miseranda del suo protettore iracheno lo stava mettendo colle spalle al muro. Quando mai si puo' osare di metterlo da parte. Ha gestito una quarantennale dittatura accettata dal mondo intero proprio perche' terrorizzava gli ebrei e adesso gliela vogliono levare di mano per fare la pace. E' entrato in crisi isterica, il raiss, incapace di accettare un barlume di democrazia, incapace di lasciare nelle mani di un governo il potere da lui gestito, con crudelta' e odio, per 40 anni. Incapace di consegnare la gestione della sicurezza a Mohamed Dahlan, da sempre contrario all'intifada e al terrorismo, giovane virgulto, pragmatico, possibile successore. Arafat si considera onnipotente e immortale, lui semplice terrorista ricevuto da Papi, Re e Capi di Stato, una carrierona impossibile e impensabile se la sua controparte non fosse stata Israele, se le sue vittime non fossero stati gli ebrei di qualsiasi nazionalita', lui non ha mai fatto differenze, non e' razzista, ebrei israeliani o italiani o americani, nessuna discriminazione.
Per troppo tempo il destino dei palestinesi ma anche degli israeliani, e' stato nelle mani sporche di sangue e di corruzione di Arafat e purtroppo quelle mani, come artigli, che non mollano ancora la presa.