Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
'L’Iran a un passo dall’atomica'. Missione Aiea a Teheran Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 01 marzo 2023 Pagina: 17 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «'L’Iran a un passo dall’atomica'. Missione Aiea a Teheran»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/03/2023, a pag. 17, con il titolo " "L’Iran a un passo dall’atomica”. Missione Aiea a Teheran" la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
NEW YORK — L’Iran potrebbe essere ormai a un passo dalla bomba nucleare. È l’allarme che deriva dal rapporto confidenziale appena distribuito dall’International Atomic Energy Agency ai Paesi membri, secondo cui nella centrale di Fordo è stato arricchito l’uranio fino alla soglia dell’83,7%. Il 90% viene considerato il livello necessario a realizzare testate, e quindi Teheran è quasi in grado di produrle. La Repubblica islamica ha risposto all’Aiea che si è trattato di un episodio accidentaleche ha riguardato poche particelle, non un tentativo volontario di accelerare la corsa alle armi. Gli ispettori dell’agenzia dell’Onu ora sono nel Paese, per verificare cos’è successo. Secondo l’accordo Jcpoa del 2015, l’Iran poteva arricchire l’uranio al 3,67%, la quantità per poter operare una centrale nucleare a scopi civili. Da quando nel 2018 l’amministrazione Trump si è ritirata da quell’intesa, gli ayatollah si sono sentiti liberi di procedere come preferivano. Perciò hanno fatto salire l’arricchimento dell’uranio al 60%, una soglia che secondo gli esperti di non proliferazione non ha alcun uso civile. Durante una visita compiuta il 21 gennaio a Fordo, gli ispettori dell’Aiea hanno notato che due centrifughe IR-6 erano state configurate in maniera «sostanzialmente diversa» rispetto a quanto dichiarato. Quindi il giorno successivo hanno raccolto dei campioni, ed esaminandoli hanno scoperto che alcune particelle erano state arricchite al livello di purezza dell’83,7%. Hanno chiesto spiegazioni, e secondo il rapporto «l’Iran ha informato l’agenzia che durante il periodo di transizione potrebbero essersi verificate “fluttuazioni involontarie” nei livelli di arricchimento». In altre parole un erroremomentaneo, che non tradisce la volontà di accelerare la corsa alla bomba atomica. Il rapporto però rivela che l’uranio arricchito da Teheran al 60% è salito di 25,2 chili dall’ultimo trimestre, arrivando a 87,5 chili in totale. Secondo gli esperti servono almeno 55 chili per costruire un ordigno, e quindi in teoria la Repubblica islamica potrebbe adesso realizzarlo in pochi mesi. Il direttore della Cia William Burns ha detto che l’ayatollah Khamenei non ha ancora deciso di procedere in questo senso, ma gli ispettori dell’Aiea sono andati in Iran per verificare cosa sia successo.
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