Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Testata: Il Foglio Data: 20 dicembre 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «L’Aiea mette piede in Iran»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/12/2022, a pag.3, l'editoriale "L’Aiea mette piede in Iran".
Dal 16 settembre a oggi in Iran non si sono mai fermate le proteste ma, per la prima volta, negli ultimi tre giorni ci sono stati degli avvicinamenti diplomatici tra occidente e Teheran. I primi da quando, con la morte di Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia religiosa, è cominciato un movimento di protesta che chiede la fine della Repubblica islamica, che è diffuso su tutto il territorio iraniano e che per determinazione (dura da più di tre mesi) non ha precedenti dal 1979. Dopo che il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha detto: “Penso che non abbiamo un’opzione migliore dell’accordo sul nucleare per garantire che l’Iran non sviluppi armi atomiche”, oggi la delegazione iraniana e quella dell’Ue, guidata da Enrique Mora, si incontreranno durante una conferenza internazionale in Giordania. Questo mentre l’Aiea, l’Agenzia per il monitoraggio dell’energia atomica dell’Onu, è appena stata in visita a Teheran.
Anche se era lì per una missione internazionale e tecnica, è stata la prima volta che funzionari occidentali hanno messo piede in Iran dalla morte di Amini. Con l’inizio delle proteste e i primi utilizzi di droni iraniani da parte dei russi in Ucraina, ai diplomatici occidentali parlare dell’accordo era sembrato fuori luogo. Robert Malley, inviato speciale per l’Iran dell’Amministrazione Biden, continuava a ripetere che “non è più una priorità”. Adesso questi incontri e visite sono i primi da quando, di fatto, è stata decisa una pausa generale nelle relazioni con l’Iran. Lo scopo del “congelamento” era: evitare di dare il segnale che il sistema attuale è considerato quello legittimo e, di conseguenza, ridimensionare la portata rivoluzionaria che la protesta poteva avere. Forse in tutto questo c’entra il fatto che Avril Haines, direttrice del National Intelligence, e William Burns, direttore della Cia, hanno detto che la legittimità della Repubblica islamica è indubbiamente compromessa, ma non si ritiene “che il regime iraniano possa essere minacciato nell’immediato”.
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