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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
10.12.2022 Macron, assistere gli ucraini nel lungo inverno
Analisi di David Carretta

Testata: Il Foglio
Data: 10 dicembre 2022
Pagina: 1
Autore: David Carretta
Titolo: «Sostegno senza limiti»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 10/12/2022, a pag. 1, con il titolo "Sostegno senza limiti", il commento di David Carretta.

Immagine correlata
David Carretta

Macron:
Emmanuel Macron
O inverno aproxima-se. Será este um período de guerra de “desgaste”? –  Observador

Bruxelles. Su alcuni media italiani era stata definita una “conferenza di pace”, complice un errore di un’agenzia di stampa che aveva aggiunto una parola in più (pace) al comunicato congiunto di Emmanuel Macron e Joe Biden dopo il loro incontro a Washington il primo dicembre. In realtà, la conferenza di Parigi del 13 dicembre confermerà il sostegno all’Ucraina e al suo presidente, Volodymyr Zelensky, fino a quando necessario nella guerra lanciata da Vladimir Putin. E oltre. Perché in un solo giorno le conferenze saranno due. La prima, la mattina, con capi di stato e di governo dal titolo: “Solidale con il popolo ucraino”. La seconda, nel pomeriggio, porta il nome di: “Per la resilienza e la ricostruzione dell’Ucraina”. L’ambizione del presidente francese è doppia: aiutare gli ucraini a superare l’inverno nel momento in cui Putin bombarda le infrastrutture nella speranza che il freddo e il buio pieghino la loro resistenza; e mettere le imprese francesi in prima fila nella ricostruzione del dopoguerra. Se gli Stati Uniti hanno lanciato “il meccanismo Ramstein per coordinare l’assistenza militare” della coalizione che sostiene l’Ucraina, Macron vuole creare “un meccanismo di Parigi per coordinare l’assistenza internazionale alla resilienza civile degli ucraini”, spiega al Foglio una fonte dell’Eliseo. Il gruppo Ramstein porta il nome della base americana in Germania dove il 26 aprile erano stati convocati una cinquantina di paesi per fornire armi all’Ucraina, più la Nato e l’Unione europea. Da allora si è riunito su base mensile garantendo un flusso continuo di armamenti sulla base delle esigenze poste da Kyiv. Lo schema sarà ripetuto a Parigi: quarantasette paesi, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il segretario generale dell’Onu António Guterres, il premier ucraino Denys Shmyhal e la moglie del presidente Olena Zelenska (Zelensky interverrà in videoconferenza). Macron vuole creare una “piattaforma” per rispondere in tempo reale ai bisogni civili per sopravvivere all’inverno. “Abbiamo visto una svolta nel conflitto”, spiegano all’Eliseo: “Da ottobre la Russia cerca di compensare le difficoltà al fronte con una serie di bombardamenti massicci che non prendono di mira le infrastrutture militari, ma quelle civili”. La conferenza “si focalizzerà su una tematica molto precisa: l’urgenza di permettere all’Ucraina di mantenere in funzionamento le infrastrutture critiche per acqua, cibo, energia e trasporto”. “Dal 13 dicembre a metà marzo” il governo ucraino presenterà le sue richieste e i paesi del “meccanismo di Parigi” dovrebbero rispondere immediatamente con aiuti finanziari o in natura. Macron intende fare un annuncio consistente. “Lo sforzo della Francia sarà senza precedenti”, assicurano all’Eliseo. La seconda conferenza sarà sulla ricostruzione dell’Ucraina. Quella immediata e quella del dopoguerra. “A luglio gli ucraini hanno chiesto di discutere di ricostruzione” anche se la guerra è ancora in corso, perché “ci sono zone evacuate dall’esercito russo” dove vanno ricostruiti “ponti, ferrovie, sistemi ospedalieri”, spiegano all’Eliseo. L’Ucraina “è un paese che continua a vivere” e “non possiamo rassegnarci ad aspettare che la Russia abbia distrutto tutto. Oggi l’Ucraina ha bisogno di riparare sistematicamente le infrastrutture energetiche per permettere agli ucraini di vivere il più normalmente possibile e a quelli che sono partiti di tornare”. L’Eliseo assicura che non sarà ricostruita “l’Ucraina di prima”, ma ci sarà un “balzo tecnologico e ambientale” e sarà preparato il “processo di adesione all’Ue”. Macron si muove anche per le imprese francesi, perché la ricostruzione dell’Ucraina “sarà uno dei cantieri del prossimo decennio”. L’Eliseo nega di voler fare una “Yalta 2” per spartirsi il mercato ucraino con gli Stati Uniti. Ma Parigi ha già individuato i settori chiave per le sue aziende (alla conferenza ce ne saranno circa cinquecento): infrastrutture, digitale, sanità, energia e agroalimentare. La Francia stanzierà 1,2 miliardi di euro di garanzie all’export.

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