Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Zelensky e il popolo iraniano uniti nella lotta Analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 09 dicembre 2022 Pagina: 14 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Questo regime va abbattuto»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 09/12/2022, a pag.14, con il titolo " Questo regime va abbattuto" l'analisi di Fiamma Nirenstein.
A destra: Volodymyr Zelensky
Fiamma Nirenstein
Zelensky e il popolo iraniano uniti nella lotta. Non è un caso né una scoperta del “Time” che il popolo ucraino e le donne iraniane vengano accostati nella sua scelta di eccellenza per l’anno passato. E’ una vicinanza non solo nell’eroismo, nella lotta per la libertà, ma soprattutto nel disegnare i capisaldi di una nuova mappa strategica obbligatoria saldata nel concetto di libertà e di rispetto dei diritti umani, e questa è una buona notizia, ma anche in quella di un cambiamento strategico generale, una rivoluzione concettuale che deve spazzare via vecchi accordi e interessi, che comporta cambiamenti e sacrifici e anche un orizzonte comune per le democrazie, e per chi è loro amico.
Se fino a ieri, come si è visto con la Germania o con forze varie anche nostrane verso Mosca, e verso l’Iran con gli Stati Uniti e di nuovo con compiacenti uomini di affari e lungimiranti politici, erano possibili tentennamenti, discorsi ambigui (del genere: “Putin ha torto marcio, ma perseguiremo la pace a ogni costo”; oppure nel caso dell’Iran: “Le donne iraniane sono eroiche, siamo con la loro riscossa femminista e libertaria, ma bisogna perseguire l’accordo nucleare col regime e puntare a un governo di moderati”) oggi questo non esiste più. E’una semplice vergogna, un’impossibilità politica e pratica credere nella trattativa diplomatica e in generale sul dialogo con le elite al potere in questi due Paesi divenuti esempi feroci e scriteriati nello schiacciare la libertà. Il Consiglio dell’Onu per i diritti umani, dopo aver ricevuto mandato nel maggio scorso per indagare in Ucraina, adesso finalmente e per la prima volta, ha visto 25 dei suoi 47 membri votare a favore, e 16 astenersi su una commissione d’indagine in Iran. I Paesi che dicono No a questa mozione, sono Cina, Cuba, Pakistan, Eritrea, Armenia e naturalmente Venezuela, con cui gli Ayatollah stanno trattando l’eventuale via di fuga.
Gli USA sono i maggiori nemici di Putin e nonostante le trattative per il nucleare non abbiano ancora chiuso la ridicola cornice dorata del P5+1 a Vienna, ormai a Washington la sfiducia è grande, e la portavoce di Biden, Karine Jean Pierre, in compagnia del Vicesegretario alla Difesa John Kirby ha detto ai giornalisti “Mosca aiuta la repubblica Islamica nel sopprimere le dimostrazioni… l’Iran e la Russia stanno avvicinandosi sempre di più via via che sono più isolate”. Il Congresso americano studia una risoluzione bipartisan sull’Iran mentre i russi sono stati già condannati più volte; i droni iraniani proprio come i missili balistici terra-terra uccidono gli ucraini, mentre le Guardie Rivoluzionarie vanno in Crimea a fare il training ai loro alleati russi. Di là si uccidono ucraini, di qua si fanno fuori i ragazzi disarmati che ormai oltre che sulle strade vengono macellati appendendoli alle gru sulle piazze di Teheran. E non in vergognoso silenzio, ma con continui manifesti imperialistici sia da parte Russa che da parte Iraniana. La Repubblica Islamica proclama di fronteggiare “gli arroganti governi occidentali”, e questo è anche quello che pretende Putin. E noi, i governi occidentali dobbiamo ascoltare: in difesa della libertà siamo costretti finalmente a individuare un fronte in cui l’ambiguità è finita. Infine, ma altrettanto importante: la rivoluzione femminista iraniana è la protagonista della lotta, ne è l’origine e la testa, l’oppressione della donna, come ha scritto Bernard Lewis, è il problema numero uno del mondo islamico. E ora è sul fronte di guerra, magnifica svolta epocale. Dunque,si tratta di capire che libertà, donne, dissidenti, LGTBQ, bomba atomica, terrorismo internazionale, aggressione continua la nostro mondo richiedono una cosa molto semplice e molto difficile, unica: cambiamenti di regime. Questo occorre per la pace, questo occorre per il popolo iraniano. E niente altro.