Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I famigliari di Shireen Abu Akleh ricevuti in Vaticano Due pesi e due misure della Santa Sede
Testata:Agensir Autore: Agensir Titolo: «La famiglia di Shireen Abu Akleh ricevuta dal Papa»
Riprendiamo dall'agenzia AGENSIR la breve "La famiglia di Shireen Abu Akleh ricevuta dal Papa".
Il Vaticano si conferma ancora una volta di parte: mai ha ricevuto i famigliari delle vittime israeliane del terrorismo mentre apre le porte a quelle della giornalista Abu Akleh.
Ecco la breve:
Shireen Abu Akleh
LA FAMIGLIA DI SHIREEN ABU AKLEH RICEVUTA DAL PAPA -2- (SIR-DIRE) Roma, 28 ott. - Shireen, come ha proseguito il fratello Anton Abu Akleh, "era una donna generosa, umile, svolgeva la sua professione con grande capacità. Preghiamo e speriamo che da questa tragedia possa nascere qualcosa di buono, la pace, la giustizia". Il riferimento è a quanto sta accadendo "in Palestina, in queste ultime settimane", dove, "la violenza e gli scontri sono all'ordine del giorno. Da Roma lanciamo un appello affinché si fermi la violenza e l'occupazione. Shireen era la voce della pace, la voce di ogni palestinese, cristiano o musulmano. Oggi è diventata un angelo per ogni palestinese". Come è noto Shireen Abu Akleh, giornalista di Al Jazeera con cittadinanza americana nata nei Territori palestinesi, è stata uccisa, lo scorso 11 maggio, nel campo profughi di Jenin, mentre seguiva un'operazione dell'esercito israeliano. In qull'occasione era rimasto ferito anche un collega palestinese, Ali Al-Samoudi. I due indossavano giubbotti anti proiettile, con la scritta 'Press', ed elmetto protettivo. Agli inizi di settembre Israele, in una inchiesta, ha ammesso che "esiste un'alta possibilità" che la giornalista sia stata sia stata colpita accidentalmente da proiettili esplosi dall'esercito israeliano. Quest'ultimo aveva sempre smentito ogni coinvolgimento nella vicenda. (www.agensir.it)