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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
28.10.2022 Il regime iraniano e l’ennesimo inganno
Come Teheran reprime le proteste

Testata: Il Foglio
Data: 28 ottobre 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Il regime iraniano e l’ennesimo inganno»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 28/10/2022, a pag. 3, l'editoriale "Il regime iraniano e l’ennesimo inganno"

Mahsa Amini: la morte in Iran, le proteste e la denuncia dell'Onu - QdS
Mahsa Amini

Mercoledì c’è stato un attentato dello Stato islamico in Iran, un evento estremamente raro che ha solo due precedenti e risalgono uno a quattro e uno a cinque anni fa. Nel centro della città di Shiraz – mentre erano in corso le proteste nel quarantesimo giorno dalla morte di Mahsa Amini – il santuario di Shah Cheragh è stato preso d’assalto da tre uomini armati. Due sono stati arrestati, si cerca il terzo. Sono morte 15 persone e 40 sono rimaste ferite, nelle foto del massacro si vede in terra una donna con un neonato in braccio e un altro bambino morto a pochi metri di distanza. Gli sciiti sono tra gli obiettivi principali e preferiti dai fondamentalisti sunniti come al Qaida o lo Stato islamico, in Afghanistan l’Iskp (lo Stato islamico afghano) colpisce soprattutto le moschee della minoranza sciita degli hazara, che vive nella porzione centrale del paese in una zona che confina con l’Iran. Che siano stati loro a infiltrarsi sarebbe la spiegazione più semplice, ma la dinamica dell’attentato a Shiraz è più simile a quella del massacro del Bataclan a Parigi nel 2015 che agli attentati dell’Iskp, che sono diventati molto frequenti da quando i talebani hanno preso Kabul il 15 agosto 2021 e sono tutti fatti con gli esplosivi. Ieri il presidente Ebrahim Raisi ha parlato alla nazione, ha promesso vendetta e ha fatto capire che da ora in poi la sua retorica farà leva su questo: l’Iran non è un paese insicuro ma le proteste lo stanno rendendo tale. Gli unici precedenti di attentati rivendicati dallo Stato islamico erano stati l’attacco del 2017 al Parlamento, e, contemporaneamente, al mausoleo di Khomeini, e poi quello a una parata militare ad Ahvaz l’anno dopo. I manifestanti temevano che le autorità avrebbero accusato i curdi, tra i pochi sunniti dell’Iran e la comunità protagonista di questa ondata di manifestazioni, ma Raisi ha detto: “Sono stranieri”. Non sappiamo ancora di che nazionalità, ma nella rivendicazione dello Stato islamico è comparsa una sigla, quella della fazione iraniana, che non si era mai vista prima.

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