Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I vescovi europei condannano Putin Ma il Papa non va in Ucrania
Testata: Il Foglio Data: 15 ottobre 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «I vescovi europei condannano Putin»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/10/2022, a pag. 3, l'editoriale "I vescovi europei condannano Putin".
Papa Bergoglio
La commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea, riunita in assemblea plenaria, ha pubblicato una dichiarazione in cui condanna “la brutale aggressione militare dell’autorità politica russa”. Si parla di “orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina”, si ricordano le vittime e i rifugiati “costretti a lasciare le loro case”. E c’è la preoccupazione “per le recenti azioni che accrescono il rischio di un’ulteriore espansione del conflitto in corso, con tutte le sue incontrollabili e disastrose conseguenze per l’umanità”. La guerra riguarda tutti, scrivono i vescovi, ed è “in momenti di crisi come questo che ci rendiamo conto ancora una volta che l’Unione europea è una realtà preziosa, secondo la sua ispirazione originaria”. Niente fraintendimenti né ambiguità: “Siamo grati per gli instancabili sforzi dei decisori politici europei nel mostrare solidarietà all’Ucraina e nel mitigare le conseguenze della guerra per i cittadini europei”. Si incoraggiano “i leader a mantenere la loro unità e determinazione per il progetto europeo”. I presuli riprendono l’appello del Papa: l’aggressore si fermi e l’aggredito si apra “a serie proposte per una pace giusta” che salvaguardi “l’integrità territoriale dell’Ucraina”. E’ una presa di posizione forte, non suscettibile di essere equivocata o interpretata: le chiese d’Europa stanno con Kyiv e contro Mosca. La pace che si cerca deve essere “giusta” e non ammette smembramenti territoriali, quasi che l’Ucraina del 2022 fosse la Polonia di secoli fa. Non era scontato che dalla riunione d’autunno dei vescovi arrivasse una dichiarazione tanto forte e netta, vuoi per la tradizionale cautela diplomatica, vuoi per la volontà di mantenere un profilo “alto” che consentisse alla Chiesa di facilitare una mediazione tra le Parti, operazione possibile solo se si fosse mantenuto un canale aperto con quell’autorità politica russa che invece è rea di aver causato “orribili sofferenze”. La strada è tracciata, non è più tempo della prudenza.
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