Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nazioni Unite: l’isolamento di Putin L’UE incassa una vittoria diplomatica
Testata: Il Foglio Data: 24 settembre 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «L’isolamento di Putin»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/09/2022, a pag.3, l'editoriale "L’isolamento di Putin".
A destra: Vladimir Putin in un fotomontaggio
L’Unione europea può rivendicare un piccolo ma importante successo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel momento in cui cerca di arruolare il “Sud globale” nella guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina. Le parole e i gesti di tre attori globali chiave – Cina, India e Turchia – che finora avevano rifiutato di scegliere da che parte stare, o che avevano mostrato la loro vicinanza con il Cremlino, lasciano intravedere una possibile svolta. Putin ha dato un contributo enorme al suo isolamento internazionale, quando ha esplicitato i suoi piani di annessione dei territori occupati e brandito la minaccia nucleare. “Imperialismo e revanscismo: ecco i soli fondamenti di questa guerra di colonizzazione”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, davanti all’Assemblea generale, toccando le corde giuste di una parte del “Sud globale”. Gli interventi di due paesi africani – Kenya e Ghana – nella riunione del Consiglio di sicurezza di giovedì sono stati di una fermezza inedita con la Russia. “L’Ue non chiede a nessuno di scegliere tra est e ovest o tra nord e sud. Ma c’è una scelta che va fatta. E la scelta dell’Ue è il rispetto per le frontiere invece dell’aggressione. E’ la cooperazione invece della minaccia”, ha detto Michel. Tuttavia, dopo il discorso di mercoledì di Putin, l’Ue non può accontentarsi di arruolare il resto del mondo alla sua causa. Finita la settimana all’Onu, deve riprendere la battaglia sul suolo europeo, adottando nuove sanzioni contro la Russia, fornendo molte più armi all’Ucraina e preparandosi a scenari finora impensabili. Il rischio che Putin decida di usare un’arma nucleare in caso di offensiva ucraina nei territori annessi con i falsi referendum è reale. La tentazione di alcuni nell’Ue potrebbe essere di scoraggiare Volodymyr Zelensky dal perseguire un’ulteriore avanzata. Con Putin, l’unica risposta efficace non è l’appeasement, ma la dissuasione.
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