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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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La Stampa Rassegna Stampa
21.09.2022 E in Russia ora i giovani cercano di fuggire
Commento di Giovanni Pigni

Testata: La Stampa
Data: 21 settembre 2022
Pagina: 4
Autore: Giovanni Pigni
Titolo: «E in Russia ora i giovani cercano di fuggire»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/09/2022, a pag. 4, con il titolo "E in Russia ora i giovani cercano di fuggire", l'analisi di Giovanni Pigni.

Russians requested to work overtime under bills imposing wartime controls –  EURACTIV.com

«Sinceramente ho abbastanza paura», ammette Vasily, uno studente della facoltà di Storia all'Università di San Pietroburgo. Pur non essendo un sostenitore dell'"operazione speciale" in Ucraina, Vasily non ha intenzione di sottrarsi nel caso venga chiamato a combattere. Mesi prima si era persino comprato un kit del pronto soccorso nel caso di chiamata alle armi. «Si tratta del mio Paese e come cittadino è mio dovere andare». Concorda il suo amico, Anton, 22 anni, caporale in riserva. In caso di mobilitazione, potrebbe essere tra i primi a finire al fronte. «Se mi chiamano vado, ma sinceramente preferirei evitare», aggiunge il giovane con tono fatalista. Fino a ieri, per la maggior parte dei Russi il conflitto in Ucraina sembrava qualcosa di lontano. La maggior parte si era infatti scontrata solo con i suoi effetti collaterali: i viaggi per l'Europa cancellati, i marchi occidentali che scompaiono dai negozi e la necessità di scaricare un Vpn per usare Instagram e Facebook. D'altro canto, per molti non si trattava neppure di una vera guerra, ma di un'"operazione militare speciale", che fino ad oggi ha coinvolto qualche decine di migliaia di militari professionisti e volontari. La situazione ora potrebbe cambiare drasticamente: sembra solo questione di giorni prima che la Russia annetta i territori occupati dell'Ucraina tramite referendum, portando formalmente il conflitto sul proprio territorio, con tutte le drammatiche conseguenze. In quel caso, la guerra vera potrebbe irrompere nelle vite di milioni di cittadini russi. Le parole "mobilitazione" e "leggi marziale", fino a ieri poco più che spauracchi per il russo comune, sono state incluse ieri nel codice penale dai parlamentari della Duma, assumendo una connotazione ben più reale. È comunque ancora presto per dire se e in che modalità verrà attuata la mobilitazione. Secondo la legge russa, una mobilitazione parziale potrebbe riguardare solo alcune regioni del Paese. «Bisogna prepararsi al peggio», dice Pavel, 30 anni, video editor di San Pietroburgo. Fortemente contrario alla guerra, Pavel sta ora cercando biglietti aerei a buon mercato per la Turchia e per l'Armenia. Non ha nessuna intenzione di combattere in Ucraina. In caso di mobilitazione, giovani russi come lui potrebbero non poter lasciare il Paese e per i renitenti sono ora previsti anni di carcere. Ad esultare è invece la compagine dei nazionalisti, che per mesi hanno invocato la mobilitazione e la "guerra totale" all'Ucraina. Dopo i recenti insuccessi incassati dall'esercito russi durante la recente controffensiva ucraina, le loro voci si erano fatte sempre più frustrate. Alla fine, sembra che il Cremlino li abbia ascoltati. «Meglio tardi che mai», si legge in un post sul canale Telegram di nazionalisti radicali Govorit Topaz. «L'inizio dello scannamento totale e spietato dei maiali è qualcosa di fantastico», si legge in un altro post. Una sete di sangue, quella dei nazionalisti, ben lontana dal riflettere l'umore della maggioranza dei russi, in gran parte indifferenti alla politica. Nei prossimi giorni la Russia potrebbe entrare in terra incognita. Il regime di Vladimir Putin si è infatti sempre fondato su un patto tacito tra i cittadini e lo Stato: i primi non si immischiano nella politica, mentre il secondo non interferisce nelle loro vite private. Nel caso di una mobilitazione della società, totale o parziale, il patto potrebbe incrinarsi con conseguenze imprevedibili per il sistema.

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