Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo Dal 4 all'11 settembre 2022
Testata: Informazione Corretta Data: 12 settembre 2022 Pagina: 1 Autore: Diego Gabutti Titolo: «IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo»
IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo
Dal 4 all'11 settembre 2022
Vladimir Putin
Non soltanto in Italia, ma in Italia con particolare virulenza, destra e sinistra covano entrambe i sintomi del peggior morbo esotico che possa toccare oggi a una nazione: il filoputinismo (cioè l’ultima mutazione della peste rossobruna che, dopo aver devastato lo scorso secolo, si prova a devastare anche questo). Non è strano che l’Italia sia particolarmente esposta. Sarebbe anzi strano il contrario. Anche ottant’anni dopo il 25 aprile, e trentacinque dopo la caduta del Muro di Berlino, la destra e la sinistra italiane continuano, per il loro istintivo e incorreggibile relativismo ideologico, a non distinguere tra vittime e carnefici, tra libertà e tirannia.
Possiamo rigirarla come vogliamo: non c’è un pericolo fascista, il comunismo è roba passata, basta con gli allarmismi. Giusto. Ma resta il fatto che alle radici delle coalizioni che chiamiamo ottimisticamente «centrodestra» e «centrosinistra» non ci sono il liberalismo o il riformismo sociale ma la Marcia su Roma e la Rivoluzione d’ottobre con qualche spizzico sparso qua e là di dottrina sociale della Chiesa e di moralismo da oratorio. Ogni traccia di laicismo – del partito repubblicano, di quello socialdemocratico, del partito radicale – si è persa nelle paludi di Tangentopoli e della Seconda Repubblica (nelle sue varie e multiformi versioni, da quella barzellettiera di Berlusconi a quella messa a soqquadro dalla setta apocalittica grillista).
Rimane – dopo queste ripetute catastrofi non soltanto «politiche e culturali», come si dice di solito, ma antropologiche: vere e proprie riscritture del DNA nazionale – l’intramontabile tifo per il tiranno e per la giustizia sommaria delle nostre destre e sinistre cosiddette estreme, che occhieggiano al riparo di quelle che passano, senza esserlo, per «moderate». Queste, all’ultimo istante, quando si tratta di scegliere tra la ragion democratica e la nostalgia per Baffone o per i treni in orario, scelgono ogni volta a colpo sicuro la fratellanza di sangue con i peggiori soggetti: la destra accoglie i tifosi di Victor Orbán e i reduci di CasaPound, la sinistra Nicola Fratoianni e Gigetto Di Maio (il primo intende abolire la libertà, il secondo l’ha già fatto). Di «moderato» non c’è più nulla, e neppure di «centrista», a parte i baffi finti e la pallina rossa sul naso d’alcuni leader.
Ci sono putiniani – che beffeggiano la resistenza ucraina e non vedono lo scandalo se Putin mette Bucha, Mariupol’ e altre libere città a ferro e fuoco – persino all’interno del cartello elettorale Azione-Italia viva (ma Calenda promette che i suoi candidati putiniani, nel caso fossero eletti, «non si occuperanno di politica estera»). Più precisamente: candidati putiniani e candidati «antisionisti» (gli antisionisti, com’è noto, sono gli antisemiti che non hanno ancora fatto coming out). Gli antisionisti, che nei ranghi renzian-calendiani sono (così si spera) un’eccezione, non lo sono nelle fila pentastellari e neppure in quelle delle più vaste coalizioni di destra e di sinistra, dove la claque filopalestinese, filoislamista e filoterrorista non si stanca di lanciare deliranti accuse di nazismo e «apartheid» contro Israele. Putinismo e antisemitismo sono le due facce della stessa sciagurata deriva ideologica, in Italia come ovunque: l’indifferenza e anzi il disprezzo per la cultura dei diritti, l’idea trucida e ridicola insieme che i «missili ipersonici», il dispotismo asiatico e le smargiassate dei portavoce del Cremlino valgano la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e le libere elezioni.