Parliamo della vera apartheid, quella arabo-palestinese
 
Commento di Deborah Fait
Sul dizionario Sabatini Coletti il termine apartheid viene spiegato  così: Segregazione razziale istituzionalizzata. Altrettanto fa la  Treccani: Segregazione razziale. Ogni giorno sui social media si legge  la parola apartheid riferentesi a Israele e chi cerca di spiegare che  non è vero, che è tutto una balla ben pensata per diffamare la  democrazia israeliana,   viene subito apostrofato con male parole.  Giorni fa una persona mi ha scritto “Taci tu, sionista di merda, Israele  è stato inventato, è la Palestina che esiste da sempre” seguito  logicamente da uno snocciolamento di tutte le colpe di Israele,  usurpatore delle terre e dei diritti degli “autoctoni palestinesi”.  Vediamo un po’, allora, quello che possono fare gli arabi palestinesi in  Israele: possono circolare liberamente, possono studiare fino al  livello universitario nella università israeliane ( la maggior parte  gratis perché di famiglie numerose), possono lavorare dove vogliono,  costruire le loro case, vivere, naturalmente, tra gli ebrei e gli altri  cittadini del paese, come parte importante della popolazione. Diventano  generali dell’esercito, diventano giudici della Corte Suprema. Fanno  parte del governo, sono da sempre presenti alla Knesset. Gli ospedali,  le cliniche private hanno medici e paramedici arabi palestinesi e nessun  ricoverato sa a quale etnia appartenga il medico che lo cura. Non ha  nessuna importanza, tutti uguali nella professione che esercitano. Ogni  città o villaggio israeliano ha le sue moschee liberamente frequentate.  Ogni scritta, o segnale stradale, è bilingue ( a volte quadrilingue se  aggiungiamo il russo e l’inglese.)  Gli arabi palestinesi vivono  all’interno di Israele una vita assolutamente normale, al pari di tutti i  cittadini di questa democrazia. Gli stranieri palestinesi di Giudea e  Samaria vengono curati gratis negli ospedali israeliani, anche le madri  dei maggiorenti terroristi, vedi la mamma di Abu Mazen anni fa, o la  sorella del capo di Hamas Hannayeh. Israele però non è responsabile  della vita che sono costretti a condurre i palestinesi che vivono nella  Giudea-Samaria occupate dall’AP (Autorità Palestinese) che gli europei  chiamano Cisgiordania, West Bank o, preferibilmente, come è  (vergognosamente) il termine ufficiale dall’UE, O.P.T , Occupied  Palestinian Territories (Territori Palestinesi Occupati). 
L’AP è una dittatura furiosa che non permette di pensare, di  vivere, di parlare a meno che non siano parole di odio contro gli ebrei(  ebrei non solo Israeliani), a meno che i sudditi di Abu Mazen decidano,  dopo un lavaggio del cervello durato una vita, di fare l’unico mestiere  che li renderà ricchi, loro, se sopravvivono, e le loro famiglie in  caso di morte: fanno i terroristi! Appurato quello che gli arabi  palestinesi possono e devono fare in Israele, vediamo un po’ ciò che è  proibito agli ebrei: innanzitutto ogni ebreo che si azzardi a andare in  territorio cosiddetto palestinese o vi capiti per errore, se gli va bene  viene arrestato, se gli va male viene ammazzato. Gli ebrei non possono  andare sul Monte del Tempio, nostro luogo sacro in territorio  israeliano, se non in determinati giorni decisi col Waqf (le guardie  giordane), possono salire soltanto da una porta, adiacente al Kotel,  mentre per gli arabi sono aperte tutte le altre otto porte rimanenti.  Una volta sul Monte gli ebrei vengono scortati, non possono pregare, non  possono aprire la bocca, non possono portare un libro di preghiere,  sono in continuazione aggrediti da donne, uomini e ragazzini arabi che  gli sputano addosso, gli urlano minacce scurrili di tutti i tipi, gli  tirano sassi, terrorizzano i bambini ebrei che fanno fatica a capire  tutta questa violenza. 
Ma continuiamo con tutti “gli ebrei non possono”: 
-Gli ebrei non possono pregare alla Tomba di Giuseppe senza correre  il rischio di essere colpiti con armi da fuoco, con lanci di pietre,  accoltellati, addirittura linciati. È appena accaduto che un ebreo fosse  circondato, pestato a sangue e ferito con i coltelli, mentre si recava  alla Tomba con in mano una bandiera israeliana. Anatema! Volevano  ucciderlo se non fosse stato salvato dai soldati. La Tomba di Giuseppe  viene regolarmente incendiata dagli arabi e parte dei sacri libri sono  già stati distrutti dal fuoco. 
-Gli ebrei non possono andare a pregare sulla tomba di Rachele, la  nostra matriarca. La sua tomba risale a 1700 anni fa e si trova in  Giudea ( la Giudea è terra ebraica da millenni). Nel 1990 l’UNESCO l’ha  trasformata in moschea cambiandole nome, adesso si chiama Bila bin  Rabah. 
-Gli ebrei possono andare a pregare solo nei giorni stabiliti sulle  tombe dei Patriarchi e della Matriarche, la grotta di Machpellah, a  Hebron, che è considerata il sepolcro di Abramo ( che la pagò 400  sicli), Isacco e Giacobbe, Sarah, Rebecca e Leah, rispettive mogli.  Anche a questo luogo santo ebraico è stato dato un nome arabo : Al Haram  al Ibrahimi. Gli arabi di Hebron possono salirci tranquillamente, gli  ebrei hanno giorni e ore stabilite e sempre la scorta, pena la vita  stessa. Chi si azzarda ad andare da solo in questi luoghi santi per  l’ebraismo è difficile che torni vivo a casa. Ma non basta. Adesso  veniamo a quelle che sono vere e proprie leggi razziste. Ricordate il  1938? Ebbene, ci siamo. Come  informa l’Algemeiner (
https://www.algemeiner.com/2022/09/01/jews-not-allowed-in-shops-in-the-west-bank/?fbclid=IwAR3oAsULRsVre0Q0mpwdlhe7p1_
xEpBsLO34aNWV9zpsN5HFp23ygO0eeNU) 
Il governatore del distretto Salfit che si trova al confine con  Israele, in quella regione che viene chiamata West Bank, ha pubblicato  un editto: “È vietato ai palestinesi”… 
Fare affari con qualsiasi ebreo. 
Incontrare qualsiasi “colono” 
È completamente proibito avere relazioni private o di affari con i coloni. 
Ogni negozio o fabbrica che avrà relazioni con essi verrà chiusa dalle autorità e i proprietari saranno denunciati. 
Tutte le segnalazioni scritte in ebraico dovranno sparire nel giro di una settimana. 
Chi non obbedisce sarà perseguito legalmente. 
Ricordiamo con fermezza che è proibita la vendita di terre agli  ebrei, specialmente nell’area C (quella sotto amministrazione  israeliana). 
Il governatore ha ribadito “ Noi non permetteremo nessuna forma di  coesistenza o normalizzazione con i “coloni” ebrei che occupano tutta la  Palestina” ( riferendosi a Israele). Queste leggi sono state rinforzate  da una fatwa ( che naturalmente nell’islam non manca mai) che sarà  messa in atto da Concilio Supremo palestinese diretto dal Gran Muftì  Sheikh Muhammad Hussein. ( chissà come mai tutti i muftì di stampo  nazista si chiamano Hussein, forse si clonano). Ma non è finita. Ogni  traccia di coesistenza con Israele sarà cancellata dalle scuole  palestinesi che “non dovranno usare prodotti israeliani negli istituti  di “educazione”. Non quaderni, non penne, non matite, non gessetti  colorati. Niente! Il primo ministro palestinese, Muhammad Shtayyeh, ha  approvato la nuova legge insieme al ministero dell’educazione. Questo  che ho scritto è esattamente ciò che riportano i dizionari succitati:  segregazione istituzionalizzata, ovvero apartheid, firmata dal  presidente e dal primo ministro Chi li chiamava angeli di pace? Ho un  vago ricordo di Abu Mazen abbracciato al Papa nei giardini vaticani.  Sarei curiosa di sapere se qualcuno ne ha parlato in Italia. Fanno gli  gnorri, sono anni che scriviamo delle serie difficoltà e pericoli che  corrono gli ebrei solamente per andare a pregare ma le nostre parole  sono sempre state inascoltate. Leggono? Forse sì ma ritengono i  palestinesi talmente santi secondo la loro ideologia da spazzatura che  si rifiutano di commentare, persino di ricordare quello che noi  scriviamo, Lo rimuovono subito perché nessun pensiero negativo nei  confronti del popolo da loro prediletto li turbi. Sono completamente  succubi di questa gente terrorista, abietta, rimasta ferma a 600 anni  fa. Sono in adorazione di questo popolo che se l’è guadagnata con quasi  un secolo di terribili menzogne e inversione della storia in loro  favore. Ma bisogna dirlo forte: Questa è discriminazione, questo è  apartheid e io chiedo a tutti gli amici di Israele di scriverlo  instancabilmente sui social, sui giornali, a dirlo in Tv (Emanuele  Fiano, per esempio, che nel suo partito gli antisemiti sguazzano che è  un piacere. Li affronti una buona volta!).  Dobbiamo deciderci a fare  un’informazione a tappeto su questa vergogna di cui nessuno parla,  dobbiamo avere il coraggio di mostrare la faccia, come instancabilmente  facciamo noi di Informazionecorretta e gli amici di altri gruppi  sionisti. Vorrei però precisare una cosa importante: non occorre essere  sionisti per indignarsi di fronte a questa porcheria fascista,  basterebbe essere giusti, corretti,  non ideologicamente addormentati su  posizioni inique. Con i palestinesi, popolo e leadership, le cose vanno  sempre peggio, diventano sempre più simili alla Hitlerjugend e alla  propaganda nazifasta e noi abbiamo il dovere di fermarli. Col potere  delle uniche armi in nostro possesso, la penna e le tastiere dei pc,  abbiamo il dovere di diffondere tutto questo lerciume e di dire al mondo  occidentale, plagiato e sottomesso ai padroni palestinesi, che 80 anni  di presa per i fondelli (loro) sono sufficienti. È ora di svegliarsi.