Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Stampa presa d’assalto dai No Vax e No War Solidarietà, attacchi da non sottovalutare
Testata:La Stampa - Il Foglio Autore: la redazione del Foglio - Massimo Giannini Titolo: «Attacchi da non sottovalutare - L'intimidazione dei 'no brain' e la missione di un giornale»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/08/2022, a pag. 3, l'editoriale "Attacchi da non sottovalutare"; dalla STAMPA, a pag. 1, l'editoriale di Massimo Giannini dal titolo "L'intimidazione dei 'no brain' e la missione di un giornale".
Ecco gli articoli:
IL FOGLIO: "Attacchi da non sottovalutare"
Ieri notte la sede del quotidiano torinese La Stampa è stata assalita e imbrattata da un gruppo di facinorosi, autodefinitosi No vax e No war. Non è la prima volta che queste proteste sconsiderate trascendono in atti di violenza e sopraffazione rivolti soprattutto contro la libera informazione, che è stata fondamentale per diffondere gli argomenti del buon senso, del rispetto per la scienza, dell’attenzione alla difesa dei princìpi su cui si deve basare la convivenza internazionale. Non si tratta del “pensiero unico” imposto dalle multinazionali farmaceutiche o da quelle degli armamenti, come farneticano questi irresponsabili. Si tratta al contrario di opinioni argomentate e sottoposte a verifica anche critica, che naturalmente è libera ma non può essere confusa con le aggressioni vigliacche e anonime. La solidarietà alla Stampa, al suo direttore e ai suoi giornalisti e dipendenti è addirittura ovvia ed è giunta anche dalle principali autorità e da (quasi) tutte le forze politiche, anche quelle, come Forza Italia, nei cui confronti il giudizio della Stampa non è certo generoso. Non si tratta infatti di solidarizzare con una specifica linea editoriale, ma di difendere il ruolo centrale della libera informazione, che è, con tutti i suoi difetti, forse proprio anche grazie ai suoi difetti che esprimono differenze, un pilastro delle libertà democratiche. All’inizio di una campagna elettorale un segnale di violenta insofferenza per le opinioni è un campanello d’allarme che va considerato con attenzione: il confronto deve essere libero, magari irruente nei toni e nei giudizi, ma la dialettica politica ha bisogno di attenzione e di un clima non esasperato. Di questo sembra siano tutti convinti ed è bene che sia così, ma forse gli avvenimenti torinesi meritano un supplemento di riflessione sull’esigenza di creare un ambiente in cui si possano comprendere (e criticare) gli argomenti e le proposte senza intimidazioni vili e irresponsabili.
Massimo Giannini: "L'intimidazione dei 'no brain' e la missione di un giornale"
Massimo Giannini
La Stampa, nella sua lunga storia che ha accompagnato la crescita del Paese, ha subito più volte attacchi e aggressioni violente. Questo giornale ha dato anche il suo tributo di sangue al terrorismo, con il vile assassinio del vicedirettore Carlo Casalegno. Abbiamo superato anche quello. Siamo usciti feriti ma più forti dagli anni di piombo. E dunque figuriamoci se oggi ci spaventa l'aggressione notturna di una banda di delinquenti, che imbrattano con la vernice rossa la nostra sede centrale di Torino. Figuriamoci se ci lasciamo impressionare dalle farneticazioni di un gruppo di facinorosi, no Tav, no war, no vax. Piuttosto "no brain", ancora una volta. Contestano la posizione intransigente che abbiamo assunto durante la pandemia, difendendo i vaccini, i Green Pass e i lockdown da tutte le superstizioni e le pulsioni antiscientifiche esplose sul web? Ce ne faremo una ragione. Accusano la linea rigorosa che abbiamo seguito sulla guerra, raccontando i crimini di Putin ma rilanciando sempre la via della pace? Non hanno gradito le ultime rivelazioni sul Russiagate di alcuni partiti italiani? Peggio per loro. Costoro, chiunque siano, devono sapere che non ci lasceremo mai intimidire da episodi vili come questi. Continueremo a fare il nostro lavoro come sempre, sereni e sicuri come siamo della qualità e della libertà del nostro giornalismo. Tanto più in un periodo storico così complesso e confuso, tra guerra, pandemia e crisi socio-economica, sentiamo fino in fondo il senso della nostra missione. Per noi giornalisti è il dovere di informare, per i cittadini è il diritto di essere informati.
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