Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
La missione segreta di Ilan Ramon Ramon stava conducendo esperimenti segreti nello spazio che avrebbero aiutato lo stato ebraico in caso di uso di armi chimiche da parte di Saddam Hussein
Testata: Libero Data: 06 febbraio 2003 Pagina: 14 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «La missione segreta di Ilan Ramon»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero giovedì 6 febbraio 2003. Da oggi tutti i patrioti israeliani hanno un motivo in più per ricordare commossi la figura del colonnello Ilan Ramon, l'astronauta israeliano morto nell'esplosione della navetta Challenger. Ramon infatti stava conducendo esperimenti segreti nello spazio che avrebbero aiutato lo stato ebraico e gli Usa in caso di uso delle famigerate armi chimiche da parte di Saddam Hussein, nell'eventualità di una guerra. Lo spiega il giornalista Gordon Thomas dell'agenzia "Globe - Intel" in un lungo articolo che spiega dettagliatamente quale fosse la vera natura della missione nello spazio dello Shuttle. Cosa questa che riapre i sospetti su un possibile sabotaggio del Challenger, se non di un vero e proprio atto di terrorismo. Ramon, che Israele venera giustamente come un eroe sia della guerra del Kippur sia di quella al terrorismo ( fu lui insieme ad altri 8 ufficiali a bombardare nel 1981 con degli F-16, nello stesso anno del primo lancio nello spazio di una navicella della Columbia, i reattori nucleari iraqeni, costruiti grazie alla tecnologia e agli scienziati francesi, vicino a Bassora), per la maggior parte dei suoi ultimi 16 giorni di vita, quelli passati nello spazio, era rimasto in diretto contatto tramite sofisticatissime web cameras con l'agenzia spaziale israeliana. Infatti dal Challenger fotografava e monitorava in tempo reale il corso delle correnti di vento e la direzione delle tempeste di sabbia del deserto iraqeno allo scopo di calcolare al millimetro le possibili conseguenze e le eventuali contromisure da prendere per neutralizzare un attacco chimico batteriologico contro Israele. Le informazioni venivano ritrasmesse in tempo reale all'Istituto per la ricerca biologica israeliano, una struttura ultra segreta che viene considerata la punta di diamante dell'attuale sistema di difesa dell'esercito di Gerusalemme. Questo istituto da almeno dieci anni, cioè dalla prima guerra del Golfo, studia le correnti dei venti del deserto iraqeno per calcolare il tempo che eventuali agenti contaminanti possono impiegare per raggiungere le città israeliane. Fonti dell'intelligence israeliana dicono anche che il lavoro di Ramon dallo spazio si stava rivelando di enorme aiuto allo scopo, cioè la creazione di una barriera naturale contro i venti che trasportassero sostanze chimiche volatilizzate. L'istituto per il quale anche Ilan Ramon lavorava da almeno cinque anni ( e pare che il suo lancio nello spazio servisse soprattutto a scopi pratici oltre che a dare a Israele la soddisfazione del primo ebreo in orbita) è oggi coperto dal più alto segreto militare, tanto che la propria ubicazione e l'indirizzo sono stati cancellati da tutti gli elenchi telefonici in Israele. Fondato nel 1952 in un piccolo bunker, oggi le proprie installazioni militari coprono dieci ettari. La zona della sua ubicazione dovrebbe essere nei sobborghi di Nes Ziona, ma la sua dislocazione ormai è stata cancellata da tutte le piantine del paese e la sua segretezza è seconda solo a quella del centro militare di Dimona nel deserto del Neghev. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio plauso alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.