Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Scontro di accuse Usa-Cina Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 10 luglio 2022 Pagina: 9 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Blinken accusa Pechino, Wang: 'Usa sinofobi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/07/2022 a pag.9 con il titolo "Blinken accusa Pechino, Wang: 'Usa sinofobi' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Joe Biden
L’America accusa la Cina di appoggiare l’aggressione russa in Ucraina, e Pechino risponde rimproverando agli Usa di essere diventati «sinofobi». Però almeno si parlano, a differenza di quanto accade con Mosca, e nei prossimi giorni è attesa una telefonata tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping, per cercare un terreno comune su come stabilizzare il caos provocato da Vladimir Putin, e magari prendere appuntamento per il primo incontro di persona al G20 di Bali a novembre. Sono i timidi passi compiuti nell’incontro di ieri tra i ministri degli Esteri Antony Blinken e Wang Yi, durato oltre 5 ore. I due si sono visti a margine del vertice dei capi delle diplomazie dei G20, organizzato sull’isola indonesiana per preparare l’appuntamento autunnale tra i leader. Blinken è andato all’attacco: «Sono passati oltre quattro mesi dall’inizio di questa brutale invasione, e la Repubblica popolare ancora sostiene la Russia. Non mi sembra che il suo atteggiamento suggerisca neutralità ». E anche se fosse, a questo punto sarebbe difficile difendere una posizione neutrale: «C’è un chiaro aggressore. C’è una chiara vittima ».
Wang Yi
Wang ha risposto così: «Moltepersone credono che gli Usa soffrano di sinofobia. Se verrà consentita l’espansione di questa minaccia, la politica degli Stati Uniti verso la Cina finirà in un vicolo cieco senza uscita». Washington aveva sperato che Pechino, in base al principio della non ingerenza a cui tiene tanto, avrebbe preso le distanze dall’aggressione di Putin. Invece Xi gli aveva promesso un’alleanza «senza limiti», nell’incontro durate le Olimpiadi, e non ha fatto passi indietro, anche se non ha fornito armi a Mosca e si è limitata a comprare il suo petrolio. Questa per gli americani è la prova che i cinesi non sono pronti a svolgere il ruolo di superpotenza responsabile che rivendicano. Biden però valuta di togliere alcune tariffe imposte da Trump, per contrastare l’inflazione, e spera che ciò possa riaprire il dialogo con Xi, convincendolo ad impegnarsi per spingere Putin a fermarsi. Gli Usa restano convinti che Pechino, per quanto leader della sfida lanciata dalle autocrazie, non voglia il caos globale provocato dalla guerra in Ucraina e abbia la capacità di pesare per chiuderla.
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