Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Dmitrij Medvedev contro l'UE Commento di Paolo Brera
Testata: La Repubblica Data: 20 giugno 2022 Pagina: 8 Autore: Paolo Brera Titolo: «Medvedev contro l’Ue: 'Potrebbe sparire prima che entri Kiev'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/06/2022, a pag. 8, con il titolo "Medvedev contro l’Ue: 'Potrebbe sparire prima che entri Kiev' " la cronaca di Paolo Brera.
Dmitrij Medvedev
Nella guerra in Ucraina c’è un nuovo capitolo: il seguito beffardo del massacro di Mariupol. I comandanti delle truppe asserragliate per settimane nell’acciaieria Azovstal, i “pezzi pregiati” caduti in mano ai russi quando finalmente hanno ricevuto l’ordine da Kiev di consegnarsi agli invasori, da ieri sono chiusi nel carcere di massima sicurezza di Lefortovo, a Mosca. I russi per ora non fanno nomi: prima li interrogheranno, poi possiamo attenderci l’inizio di un processo politico che sarà uno show drammatico. Tra i protagonisti potrebbero esserci «mercenari» stranieri; e ci saranno sicuramente i leader del reggimento Azov, il nemico pubblico numero uno del Cremlino che li usa come simbolo della “nazificazione” dell’Ucraina. Per Mosca e per i filorussi portano sulle spalle il peso dei crimini di guerra che il battaglione Azov commise, secondo varie organizzazioni indipendenti, nei primi mesi oscuri della guerra del Donbass, dopo la rivoluzione del Majdan nel 2014. Ma per la gente ucraina che li ha visti difendere con i denti la città di Mariupol aggredita dai russi, sulle spalle hanno tutto l’orgoglio di un popolo che li abbraccia come eroi della resistenza. Nel frattempo Mosca continua ad alzare il tiro nella retorica, minacciando l’Occidente.
L’ex presidente Dmitrij Medvedev dà fuoco alle polveri mirando il cuore dell’Europa che apre le braccia a Kiev nell’Unione. Gli ucraini, dice, saranno sotto «verifica per decenni. La vera scadenza è la metà del secolo, non prima. E se l’Ue sparisse, per allora? Non per portare sfortuna, ma Zia Ursula — ha scritto in un tweet riferendosi alla presidente von der Leyen — ha detto che gli ucraini stanno morendo per entrare nell’Ue». Sul campo non hanno fretta, i russi. Avanzano lentamente, scaricando il peso di una superiore artiglieria sulla città di Severodonetsk: dalì, con la conquista definitiva della regione di Lugansk si apre la via per prendere quel che resta libero del Donbass, Slovjansk e il capoluogo Kramatorsk. Ma la ferita gronda sangue anche a sud, dove gli ucraini ieri sono avanzati riscendendo da Zaporizhzhia verso Melitopol e riconquistando terreno verso Kherson. E minaccia di riaprirsi anche a nordest, a Kharkiv dove i russi continuano a bombardare: resta un obiettivo strategico. Per contrastare i russi Kiev punta tutto sulle armi occidentali, e le sta ricevendo. Secondo Kira Rudik, leader del partito Golos, gli Usa hanno trasferito in Ucraina 1.400 razzi anti aerei Stinger e 6.500 lancia anti tank Javelin, e sarebbero arrivati anche droni Switchblade, obici, elicotteri M-17 e missili Harpoon. La pace però è sempre più lontana. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto a Rossiya 1che gli Usa «stanno cercando di realizzare quello che avevano annunciato molto tempo fa, cioè che la Russia deve stare al suo posto e obbedire alle regole inventate dagli Usa. Credo che capiscano molto bene che non ci riusciranno».
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