Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
La scelta di esserci per rafforzare i diritti di tutti Editoriale di Maurizio Molinari
Testata: La Repubblica Data: 11 giugno 2022 Pagina: 1 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «La scelta di esserci per rafforzare i diritti di tutti»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/06/2022, a pag. 1, con il titolo "La scelta di esserci per rafforzare i diritti di tutti", l'analisi del direttore Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
La scelta del nostro giornale di essere presente oggi al Pride di Roma nasce dalla convinzione che i diritti della comunità Lgbtq+ siano la frontiera più avanzata dei diritti civili, non solo in Italia e in Europa, e dunque sia interesse di tutti i cittadini affermarli, difenderli, farli propri. A prescindere dalle proprie opinioni politiche, fedi religiose, origini culturali e identità di genere. Le democrazie crescono quando riescono a identificare, proteggere e codificare nuovi diritti perché ciò consente di aumentare il numero dei cittadini che percepiscono di essere riconosciuti, protetti, sulla base della loro specifica identità. Senza dover chiedere concessioni o elemosinare tolleranza. I diritti degli eterosessuali e quelli della comunità Lgbtq+ dunque si sommano, non si contrappongono, riproponendo sul terreno dell’identità di genere la necessità di rispettare il prossimo come avviene sul fronte di ogni altra differenziazione sociale. Ma non è tutto, perché riaffermare oggi l’importanza dei diritti civili significa ribadire che le democrazie rappresentative sono entità vibranti, vitali, in costante crescita e trasformazione per adattarsi a un mondo che cambia ed è questa caratteristica che le rende fondamentalmente differenti da autarchie, dispotismi e regimi di ogni colore e continente, che invece si nutrono della sistematica cancellazione delle differenze umane.
Forse non è un caso che a discriminare la comunità Lgbtq+ siano nazioni come la Russia di Vladimir Putin, a bandire relazioni fra gli stessi sessi siano regimi come i taleban in Afghanistan e a perseguitare gli omosessuali, frustarli e impiccarli siano teocrazie come l’Iran degli ayatollah, despoti come Bashar Assad in Siria o regni assolutisti come l’Arabia Saudita. Battersi per il rispetto dei diritti Lgbtq+ significa dunque rafforzare ciò che rende uniche le democrazie: il rispetto delle libertà degli individui. E poiché fra le democrazie l’Italia non eccelle nell’affermazione dei diritti di genere — penso in primo luogo a quelli delle donne — ciò impone a noi tutti di moltiplicare gli sforzi per affermarli a dispetto di ogni abuso, intolleranza e violenza. Ma non è tutto perché le democrazie si distinguono per essere modelli di rappresentanza dove la cittadinanza è fatta non solo di diritti ma anche di doveri. E dunque tutti coloro che, con passione e partecipazione, oggi condividono il Pride di Roma — e altri simili eventi altrove — hanno la responsabilità anche di fare propri i doveri della cittadinanza sui quali si fonda la nostra Repubblica, primo fra tutti il rispetto per il prossimo. Dunque, anche per chi ha opinioni diverse dalle loro.