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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Avvenire Rassegna Stampa
31.03.2022 È massima allerta in Israele: si teme una nuova escalation
Cronaca di Fiammetta Martegani

Testata: Avvenire
Data: 31 marzo 2022
Pagina: 15
Autore: Fiammetta Martegani
Titolo: «È massima allerta in Israele: si teme una nuova escalation»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 31/03/2022, a pag.15 con il titolo 'È massima allerta in Israele: si teme una nuova escalation' l'analisi di Fiammetta Martegani.

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Fiammetta Martegani

Hamas, a Terror Group, Gets Propaganda Boost From Israel-Gaza Protests

E’ massima allerta in Israele: in una sola settimana cellule del terrorismo affiliate a Daesh e Hamas hanno colpito tre città — Beersheva, Hadera e Bnei Brak — uccidendo 11 persone e riportando l'orologio indietro allo scorso maggio, quando i primi episodi di violenza nelle città miste avevano innescato l'escalation che ha portato al conflitto con la Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha già arrestato 5 persone in Cisgiordania sospettate di essere coinvolte nell'attentato di martedì sera a Bnei Brak costato la vita a 5 persone. Ancora ieri le strade della cittadina ultraortodossa a est di Tel Aviv erano deserte. Lì, Dia Hamarsha, un palestinese di 27 anni originario del villaggio di Yabed (Cisgiordania) e militante della Jihad, ha seminato morte con un fucile automatico prima di venire ucciso. Le autorità hanno comunicato i nomi di tre delle vittime: Amir Khoury, 32 anni, agente di polizia araboisraeliano, cristiano di Nazareth, che i media ricordano come un eroe: è stato trai primi ad affrontare il terrorista, sacrificando la sua vita per salvare i suoi concittadini ebrei; il rabbino Avishay Yehezkel (29 anni) ucciso mentre faceva scudo col suo corpo al figlioletto; e Yaakov Shalom, padre di cinque figli, colpito mentre era al volante della sua auto. Altre due vittime sono di nazionalità ucraina: la loro identità non è stata fornita, ma le autorità hanno spiegato che avevano 23 e 32 anni, erano in Israele da tempo, ed erano seduti all'ingresso di un negozio a Bialik Street quando l'attentatore ha aperto il fuoco. Il governo, il primo nella storia del Paese ad avere al suo interno una componente araba—il partito Rum di Mansour Abbas — è in difficoltà. I famigliari delle vittime hanno chiesto che nessun membro dell'esecutivo si presentasse ai funerali, cui hanno partecipato migliaia di persone. Trema anche Abu Mazen, che ha condannato gli attentati: «L'uccisione di civili palestinesi e israeliani—ha dichiarato — può solo contribuire a deteriorare la situazione, specialmente alla vigilia del mese santo del Ramadan e delle festività cristiane ed ebraiche». Si teme che anche oggi, come un anno fa, Hamas cavalchi il malcontento per provare a disarcionare il presidente dell'Anp. I rapporti tra le due fazioni palestinesi sono a un punto critico. Proprio nei giorni scorsi Fatah, il partito di Abu Mazen, ha vinto la seconda fase delle municipali in Cisgiordania, e ha attaccato pesantemente Hamas «che ha agito in maniera opportunistica per impedire che le elezioni si svolgessero anche a Gaza».

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