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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
30.03.2022 Israele si schiera con i profughi ucraini
Lo Stato ebraico accoglie chi scappa dalla guerra

Testata: Il Foglio
Data: 30 marzo 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Israele si schiera con i profughi ucraini»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/03/2022, a pag. 3, l'editoriale "Israele si schiera con i profughi ucraini".

US to accept up to 100,000 Ukrainian refugees, provide more aid | Russia- Ukraine war News | Al Jazeera

Israele si sta preparando per la più grande ondata di rifugiati non ebrei nella sua storia e gli ucraini in arrivo costringono lo stato ebraico a bilanciare il suo desiderio storico di aiutare le persone in fuga dalla guerra con la sua responsabilità di essere il paese-rifugio per gli ebrei. 18 mila rifugiati ucraini sono già arrivati in Israele, ma due terzi di loro non hanno radici ebraiche. E l'afflusso ha scosso Israele, che ha una popolazione di 9,3 milioni e una "Legge del ritorno" che consente l'immigrazione e la naturalizzazione soltanto a chi è ebreo.

The Ukrainian refugee crisis could last years – but host communities might  not be prepared

Alcuni funzionari israeliani temono che un'ondata incontrollata di profughi possa minare la maggioranza ebraica del paese (il 74 per cento della popolazione israeliana è ebrea, il 21 araba e un altro 5 sono in gran parte cristiani non arabi, la maggior parte dei quali immigrati dall'ex Unione sovietica negli anni 90). Il ministro dell'Interno Ayelet Shaked l'8 marzo aveva annunciato un tetto a 5 mila rifugiati non ebrei dall'Ucraina, ma cinque giorni dopo Shaked ha cambiato rotta. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky aveva criticato la politica israeliana sui rifugiati in un discorso tenuto su Zoom con i legislatori israeliani alla Knesset. Quando Menachem Begin si alzò per fare il suo discorso inaugurale alla Knesset nel giugno 1977, lanciando l'èra della destra al governo in Israele, scagliò una bomba che nessuno si aspettava: una bomba umanitaria. "Il mio primo atto come primo ministro sarà ordinare la concessione dell'asilo a 66 rifugiati dal Vietnam". I profughi erano in mare su un peschereccio, in fuga dai nordvietnamiti. Molti di loro vivono ancora in Israele, altri sono partiti per Europa e Stati Uniti. Quarantacinque anni dopo Israele si trova a gestire una ondata migratoria ben più massiccia di quella vietnamita al tempo e con un paese con cui ha legami culturali e politici ben più profondi. E per ora, le migliaia di rifugiati accolti dimostrano che l'eredità di Begin è ancora viva.

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