Il presidente eroe di una nazione che non si arrende
Commento di Deborah Fait
A destra: Zelensky visto da Dry Bones
Il  pacifismo con i suoi cieli azzurri dove svolazzano colombe bianche e i  fiorellini e gessetti colorati per scrivere "voglio la pace nel mondo", è  il veleno che ammorba questa società. I social ne sono pieni, gente che  maledice Zelensky, che lo deride, che lo chiama comico o guitto, che  attribuisce a lui la colpa di questa guerra perché "il maledetto" non  vuole arrendersi al tiranno russo   e manda a morire la sua gente per  fare il figo. Lo chiamano pupazzo di Soros e dell'America, ogni offesa è  lecita per questi "ghandiani" che odiano la libertà e la democrazia.  Leggo messaggi da far venire i brividi e mi riportano alla realtà  israeliana. È colpa di Israele quando i palestinesi ammazzano gli ebrei e  adesso è tutta colpa di Zelensky…ebreo, se gli ucraini muoiono  ammazzati dai russi. Probabilmente se si fosse arreso e fosse scappato  all'estero avrebbero detto "Ecco il vigliacco, abbandona il suo popolo  per andare a godersi la vita". Qualcuno ha addirittura scritto che  Zelensky "si è appropriato della presidenza dell'Ukraina" dimenticando  che il presidente è stato eletto con il 73% dei consensi. Le offese e i  dileggi contro Zelensky che dimostra di essere un fine politico, un uomo  deciso, un patriota coraggioso,  superano di gran lunga quelli contro  il mostro in cui si è trasformato Putin. Il motivo sta tutto là, nel  rifiutare la resa… in nome della pace sognata dai pacifinti, una pace  con un'Ucraina divorata dalla Russia. L'invasione è avvenuta in barba al  "Memorandum di Budapest" del 1994 quando venne firmato un trattato in  cui l'Ucraina accettava di smaltire tutte le armi nucleari ereditate  dalla dissoluzione dell'URSS. In cambio aveva ottenuto garanzie per la  sua sicurezza, indipendenza e integrità territoriale. L'intesa fu  firmata dagli USA, dall'Inghilterra e dalla RUSSIA. Sono passati  trent'anni e quegli accordi valgono meno di niente, la dittatura  sovietica, guidata da un novello Stalin, ha invaso e sta distruggendo  quello stato sovrano e indipendente. Già nel 2014 Putin aveva disatteso  gli impegni presi invadendo e poi annettendosi la Crimea. Adesso, per  potersi annettere un altro pezzo dell'ex URSS, Putin e i suoi  simpatizzanti accusano gli ucraini di essere nazisti. Certo, e sarebbe  ingenuo negarlo, in Ucraina vi sono gruppi neonazisti e antisemiti  esattamente come in Russia, in Polonia, in Francia, in Italia e in tutta  Europa dove le svastiche non mancano e i nipotini di Hitler hanno  nostalgia di Auschwitz. È del tutto inutile, in momenti del genere,  riaprire vecchie ferite di un passato in cui non vi furono nazioni prive  di colpe, oggi si parla di un aggressore, la Russia, e di un aggredito,  l'Ucraina, si parla di morti innocenti e di un paese sovrano ridotto in  macerie senza motivo. 
Dopo due settimane  di guerra molte città e villaggi ucraini sono stati polverizzati dai  bombardamenti russi, hanno avuto il coraggio di sparare missili anche  durante un primo cessate il fuoco uccidendo chi cercava di scappare  lungo i corridoi umanitari. Ma l'Ucraina non si arrende, i giovani,  ragazze e ragazzi, cittadini di tutte le età, sono sulle barricate a  combattere contro altri ragazzi, quelli di leva russi mandati a fare la  guerra senza dir loro dove sarebbero andati e cosa avrebbero dovuto  fare. Una strage dall'una e dall'altra parte, due milioni di profughi  tra cui un'enormità di bambini e giovanissimi, molti bambini soli che  non sanno dove andare, sono attoniti e disperati. Israele ne ha salvati a  centinaia, ebrei e non ebrei. Medici israeliani hanno organizzato  ospedali da campo, ragazzi israeliani sono nei campi profughi a  distribuire coperte, maglioni, scarpe e minestre calde insieme a  volontari di altri paesi corsi ad aiutare. Zelensky è là, con i suoi  ministri, a guidare la resistenza e il popolo ucraino è con lui. Il  bandito russo ha dato ordine di colpire gli ospedali, già quattro sono  stati rasi al suolo, hanno colpito e distrutto anche un ospedale  pediatrico, sotto le macerie mamme, bambini e personale medico. I  crimini di guerra russi non si contano più. 
Le  mamme scappano con i bambini in braccio, i più grandicelli,  terrorizzati,  per mano, con i loro orsacchiotti di peluche sporchi di  fango. I vecchi arrancano nella neve, appoggiandosi ai loro bastoni,  aiutati da chi è più forte di loro,  portano con sé anche i loro  animali, i cani al guinzaglio, le gabbiette con i gatti. Sono allo  stremo, piangono di paura e di dolore, ma nessuno parla di arrendersi,  sono un popolo forte e indomito che non si piega. Gridano "Slava  Ukraini- Gloria all'Ucraina". E gloria sia per questo popolo eroico come  il suo presidente che non lo abbandona, che sta là, che dice al  parlamento britannico in piedi ad applaudirlo: "Lottiamo insieme e  moriremo insieme". Per la dignità e l'onore del proprio paese si può  anche morire.

Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"