Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L'Occidente invierà armi all'Ucraina aggredita? Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 07 marzo 2022 Pagina: 4 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Varsavia gela gli Stati Uniti: 'Non daremo i Mig a Zelensky'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/03/2022, a pag. 4, con il titolo "Varsavia gela gli Stati Uniti: 'Non daremo i Mig a Zelensky' ", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
«La Polonia non manderà i suoi jet militari in Ucraina né le consentirà di usare i suoi aeroporti ». Il tweet del premier polacco Mateusz Morawiecki è sembrato mettere fine ieri pomeriggio a un giallo che stava montando da giorni, angustiando le cancellerie europee più impegnate a lasciare aperto un canale di dialogo con la Russia. In mattinata il segretario di Stato americano Antony Blinken era sembrato, infatti, confermare indiscrezioni rimbalzate sui giornali e alimentate da un’incauta uscita dell’Alto rappresentante europeo Josep Borrell. «Stiamo lavorando attivamente» perché Varsavia invii all’Ucraina aerei militari, compresi Mig-29 di fabbricazione russa, in cambio di una fornitura di F-16 americani, ha annunciato Blinken. Il capo della diplomazia americana era in Moldavia, tappa di un tour europeo che lo porterà nei Paesi Baltici e a Parigi nei prossimi giorni per continuare a rinsaldare l’unità occidentale nella risposta all’invasione dell’Ucraina. Da tempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky esercita pressioni sugli americani e gli europei perché aumentino i loro sforzi militari, perché dichiarino una no-fly zone in Ucraina – mossa che rischierebbe di scatenare una guerra tra la Nato e la Russia – e perché mandino droni o missili anti-aerei Stinger.
Quella dei jet polacchi sarebbe un’altra operazione rischiosa: anche tra i Paesi europei più falchi come la stessa Polonia c’è la piena consapevolezza che far decollare aerei da Paesi Nato che combattessero contro i jet russi o fornire all’Ucraina velivoli militari di qualsiasi tipo da un partner dell’Alleanza atlantica rischierebbe di essere interpretato dal Cremlino come un attacco diretto. Puntuale, nel pomeriggio è arrivata la conferma: il ministero della Difesa russo ha fatto sapere attraverso il portavoce, Igor Konashenkov, che «l’uso della rete di basi aeree di questi Paesi come base per aerei militari ucraini e il loro conseguente utilizzo contro le forze armate russe può essere considerato come coinvolgimento di questi Stati in un conflitto armato ». Lo scenario, temono a Washington e in Europa, è che la guerra possa durare a lungo. E ormai soprattutto gli americani ragionano anche su come sostenere una eventuale resistenza ucraina, una guerriglia urbana che renderebbe impossibile ai russi di assumere il totale controllo del Paese.
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