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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Putin, tiranno del Novecento 28/02/2022
Putin, tiranno del Novecento
Commento di Diego Gabutti

Russia-Italia, Trani:
Vladimir Putin

Putin è un tiranno vintage: il suo habitat è il secolo breve, il Novecento, l’età dei Führer, dei Grandi Timonieri. È un Neanderthal della tirannia: agita la clava e cammina curvo, circospetto, sguardo a destra, sguardo a sinistra, temendo le imboscate dei suoi compagni d’armi, tanto più infidi quanto più acquiescenti, piuttosto che gli agguati delle tribù nemiche. Per questo esce dalla caverna e mostra i denti a chi non ha l’aria di potersi difendere: tira una randellata a nuora, il nemico esterno indifeso, affinché suocera intenda. Resta da vedere se il nemico esterno è davvero così indifeso, e se la suocera non intenda questa prova di forza come un segno di debolezza. Occhio cattivo, clava mulinante, la fronte piatta eternamente aggrottata, Putin si muove nel XXI secolo come un fossile umano riportato spericolatamente alla vita dai genetisti di qualche Jurassic Park. Non è Stalin reincarnato, come gli piace credere. È uno Stalin impagliato, la giubba militare mezza mangiata da tarme e topi, senza più baffi né kepì, il medagliere rubato e venduto sulle bancarelle dopo la caduta del comunismo. Vale per tutti i tiranni in circolazione, che hanno imparato il mestiere prima di Internet, prima dei droni, prima di Facetime e di YouTube, prima di WhatsApp e di google Traduttore, quando le prepotenze si potevano negare perché non ce n’era evidenza, tanto meno in tempo reale. Ma vale in particolare per il bullo moscovita, che dei tiranni d’una volta è la caricatura. Nessun tiranno, prima di lui, a parte i clown da film horror che governano la Corea del Nord, aveva mai minacciato la terza guerra mondiale al pianeta, casomai avesse «l’ardire di mancarmi di rispetto rifiutando di piegarsi ai miei diktat». Giusto Hitler, prima di Putin, aveva millantato di ricorrere (stateve accuorte) alle «armi segrete». Ma soltanto lui, tra tutti i tiranni presenti e passati, è così maldestro da pianificare l’invasione d’una nazione libera e sovrana senza tenere conto del fatto che l’operazione militare avverrà in presa diretta sotto gli occhi del mondo intero. Criminale di guerra da strapazzo, Putin si comporta come i marxleninisti novecenteschi, che agivano nell’ombra, invisibili ai media, dietro cortine di ferro e di bambù. Gulag? Ma quale Gulag? Sono calunnie imperialiste. Decine di milioni di morti per le carestie pilotate dall’alto nell’Ucraina degli anni trenta e nella Cina maò-maò? Propaganda amerikana. Così ai vecchi tempi. Ma oggi le chiacchiere dei tiranni stanno a zero. Nessuno crede alle loro parole (a parte, naturalmente, i soliti casi umani, da Vauro all’Anpi). Via smartphone, o una volta acceso il televisore, siamo tutti a Kiev sotto le bombe, e sappiamo con certezza chi deve «denazificare» chi.

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Diego Gabutti

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