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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
01.02.2022 Boris Johnson in Ucraina, Russia isolata all'Onu
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 01 febbraio 2022
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Russia isolata all’Onu. E Johnson vola a Kiev: 'Siamo al vostro fianco'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/02/2022 a pag.12 con il titolo "Russia isolata all’Onu. E Johnson vola a Kiev: 'Siamo al vostro fianco' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

Partygate, le
Boris
Johnson

Isolare la Russia all’Onu, e mettere sul tavolo sanzioni senza precedenti che colpiscano gli oligarchi più vicini a Putin, se non lui stesso. Sono i due fronti su cui ieri si sono mossi gli Usa per evitare l’invasione dell’Ucraina, mentre Mosca ha annunciato il ritorno nelle caserme di un numero limitato di soldati mobilitati a sud e il premier britannico Johnson andrà in visita oggi a Kiev per incontrare il presidente Zelensky e «supportare la sovranità dell’Ucraina». Secondo Financial Times e Reuters , Washington ha preparato la lista degli oligarchi che intende colpire, così come Unione Europea e Gran Bretagna. I nomi non sono stati indicati, anche perché l’interesse degli americani è che tutti i collaboratori più stretti di Putin si sentano nel mirino, affinché facciano pressione per evitare l’attacco.

Gli obiettivi però vengono da una lista segreta basata sulla Section 241 del Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act, che viene costantemente aggiornata. In passato erano finite nel mirino compagnie come Polyus e PhosAgro della famiglia Guriev e Vladimir Litvinenko, non sarebbe una sorpresa se ora ci fossero personaggi come Igor Sechin di Rosneft, Oleg Deripaska e altri. Biden ha detto che sarebbe pronto a sanzionare anche Putin, e quindi tutto è sul tavolo per fermare l’invasione. Anche il Congresso ha quasi raggiunto l’accordo su un pacchetto definito «la madre di tutte le sanzioni». Poco dopo all’Onu si è riunito il Consiglio di Sicurezza su richiesta degli Usa, per mostrare al mondo l’isolamento della Russia. Mosca ha cercato di impedire la seduta sollevando una questione procedurale, ma solo la Cina l’ha appoggiata. Siccome in questo genere di votazioni il potere di veto non si applica, la sessione è andata avanti. L’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha denunciato l’aumento della pressione militare in Bielorussia, dove il Cremlino aveva già spostato 5.000 soldati: «Abbiamo prove che Mosca intende espandere quella presenza a più di 30.000 soldati vicino al confine ». Quindi ha chiarito che lo scopo della riunione non era imbarazzare Putin, ma difendere un Paese membro dell’Onu e garantire la stabilità dell’Europa: «Come si sentirebbe la Russia, se oltre centomila soldati si ammassassero ai suoi confini?».

Uno dopo l’altro, tutti gli ambasciatori hanno condannato le mosse del Cremlino, tranne il cinese, dicendo che «in questo momento non serve la diplomazia del megafono, ma quella silenziosa». Quindi il russo Vassily Nebenzia ha ripetuto che «non vogliamo invadere, ma abbiamo il diritto di muovere le truppe nei nostri confini ». Poi ha accusato gli Usa di «isteria » perché si augurano che l’attacco avvenga, e di aver portato al potere a Kiev «nazisti puri», che in passato si erano schierati con Hitler. Thomas-Greenfield gli ha risposto così: «Questa era un’occasione per chiarire, l’avete rifiutata ». Il collega ucraino Kyslytsya ha replicato ai giornalisti che gli chiedevano se la riunione era servita: «Moltissimo, per far conoscere al mondo la verità. Il Cremlino deve sapere che l’Ucraina è pronta a difendersi. Supportiamo l’apertura diplomatica, ma se la Russia è seria e non vuole una nuova guerra, deve ritirare le truppe dai confini ». Biden poco dopo ha commentato che nella riunione all’Onu «il mondo ha preso posizione con una sola voce. Continuiamo a cercare la soluzione diplomatica, ma siamo pronti a tutto». Il collega francese Macron ieri ha parlato con Putin e il britannico Johnson andrà oggi a Kiev, mentre un gruppo navale russo attraversava il canale di Sicilia per esercitazi oni annunciate. Oggi il segretario di Stato Blinken sentirà il ministro russo Lavrov, per capire se c’è ancora margine per una soluzione diplomatica.

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