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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
31.01.2022 Crisi Ucraina, la Nato: 'Non invieremo truppe a Kiev'
Cronaca di Anna Lombardi

Testata: La Repubblica
Data: 31 gennaio 2022
Pagina: 17
Autore: Anna Lombardi
Titolo: «La Nato non invierà truppe a Kiev. I russi: 'Niente guerra, ma garanzie'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 31/01/2022, a pag.17 con il titolo "La Nato non invierà truppe a Kiev. I russi: 'Niente guerra, ma garanzie' ", la cronaca di Anna Lombardi.

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Anna Lombardi

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Diplomazia e sanzioni. Mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che fino ad ora aveva mostrato i muscoli, fa sapere: «Non schierereremo truppe Nato nemmeno se la Russia invaderà l’Ucraina. Daremo supporto. Con prontezza a imporre sanzioni», chiarendo che c’è differenza «fra essere un Paese membro dell’Alleanza e un partner come Kiev», si moltiplicano gli appelli a Mosca affinché «si astenga da aggressioni e si impegni nei negoziati ».

NATO - Tab Risk viewTab Risk view

Lo ribadisce pure il premier britannico Boris Johnson, mentre la sua ministra degli Esteri Liz Truss definisce «improbabile» la possibilità di inviare truppe da affiancare agli ucraini. Semmai la Gran Bretagna è pronta «a dure sanzioni» contro gli oligarchi perché non possano più «nascondersi». Strada che stanno per intraprendere anche gli Stati uniti: i leader della commissione Esteri del Senato hanno fatto sapere che si è vicini all’accordo per approvare «la madre di tutte le sanzioni». Da applicare direttamente contro il presidente russo Vladimir Putin. Kiev torna a esortare Mosca a ritirare le truppe al confine e proseguire il dialogo. «Se è seria sulla de-escalation continui l’impegno diplomatico », twitta il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Ma intanto Usa e Ue lavorano su rotte alternative per le forniture di gas naturale all’Europa nel caso la situazione precipiti. «Chiediamo relazioni rispettose e egualitarie», ribadisce da Mosca il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov che ha inviato una «richiesta ufficiale a Nato e Osce su come intendano ottemperare agli impegni di sicurezza» e che la settimana prossima potrebbe tornare a incontrare l’omologo Usa Antony Blinken. «Non vogliamo la guerra e non ne abbiamo bisogno», sintetizza il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolaj Patrushev. Accusando l’Occidente «di egoistiche invenzioni ».

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