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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Mattino Rassegna Stampa
17.12.2002 Perchè continuare a chiamare i terroristi "miliziani" ?
Come indurre facilmente il lettore a fare considerazioni erronee

Testata: Il Mattino
Data: 17 dicembre 2002
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Ancora sangue nei Territori»
Il Mattino scrive:

Situazione sempre incandescente nella Striscia di Gaza, dove tre palestinesi sono stati uccisi in due attacchi sventati contro colonie ebraiche, mentre in Cisgiordania tre adolescenti palestinesi sono rimasti feriti a Nablus e a Jenin un'unità speciale israeliana ha catturato il capo locale delle «Brigate martiri di Al-Aqsa».
I fatti elencati,inducono facilmente il lettore a fare considerazioni erronee.

Mentre la prima parte dell’articolo, corretto, riporta la notizia dell'attentato sventato ai danni del sindaco di Gerusalemme, Ehud Olmert, il resto rimane invece scorretto e fazioso.

Nel mirino dei soldati israeliani sono invece entrati all' alba due giovani miliziani integralisti di Hamas
ovvero due terroristi,Hamas è un’associazione criminale, collegato al partito Al Fatah di Arafat.

Il termine "mirino" non è appropriato in questo contesto.

che nei pressi di Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza, sono stati sorpresi mentre cercavano di piazzare un ordigno esplosivo lungo la recinzione di sicurezza dell'insediamento ebraico di Dugit.
E' stato quindi un attentato fortunatamente sventato, ma al giornalista non sembra importare molto.
I due palestinesi, Mohammed Odwan e Abdel Shabat, entrambi di 19 anni, sono stati uccisi sul colpo dai soldati israeliani, ai quali sarebbe però riuscito a sfuggire un terzo miliziano.
Perché chiamarli miliziani e non terroristi? E cosa stavano facendo questi miliziani? Sicuramente non una passeggiata. Trattandosi di "miliziani", ucciderli prima che loro uccidano i civili inermi è da reputarsi una legittima difesa.
Un’osservazione: perché, quando si tratta di israeliani uccisi o feriti, i nomi e le generalità vengono puntualmente omessi?

Un altro giovane palestinese, Hassan Shakul (22 anni), è stato ucciso nel sud della Striscia di Gaza, nei pressi di un avamposto dell'esercito israeliano nella zona del blocco d'insediamenti di Gush Katif. Fonti locali hanno affermato che il giovane era disarmato e che si stava recando al lavoro dalla vicina cittadina di Khan Yunis, quando è stato colpito da una raffica di mitragliatrice sparata dai soldati israeliani.
Le dinamiche di questo fatto non sono chiare. Se si trattava di un palestinese disarmato, come possiamo allora spiegarci il fatto che fossero addirittura impiegati mitragliatrice e soldati israeliani? Forse nascondeva qualcosa?
E in un altro mitragliamento a Nablus sono poi rimasti feriti tre adolescenti palestinesi, sorpresi da un carro armato israeliano che pattugliava le strade della cittadina nel nord della Cisgiordania per reimporre il rispetto del coprifuoco, dopo una temporanea revoca al mattino per consentire alla popolazione di approvvigionarsi di generi di prima necessità.
Se c’è il coprifuoco, bisogna rispettarlo. Tuttavia il giornalista non si preoccupa di spiegarci cosa è realmente accaduto in quella zona
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posta@ilmattino.it

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