Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Iran: proteste contro il regime Commento di Cecilia Sala
Testata: Il Foglio Data: 27 novembre 2021 Pagina: 4 Autore: Cecilia Sala Titolo: «Le grandi proteste d'Iran contro il regime»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/11/2021, a pag.4, con il titolo "Le grandi proteste d'Iran contro il regime", l'analisi di Cecilia Sala.
Cecilia Sala
Ali Khamenei
Roma. Isfahan è una città nel centro dell'Iran dove una settimana fa quasi un milione di persone sono scese in piazza. Il problema degli abitanti di Isfahan, e di molti iraniani, è che hanno finito l'acqua. Nella notte di mercoledì la polizia ha appiccato il fuoco a una distesa di tende dove sarebbero andati a dormire i manifestanti, che in quel momento si stavano scontrando con altri poliziotti. Questa era iniziata come una protesta dei contadini con obiettivi limitati e richieste specifiche: riaprite i rubinetti, ridateci il fiume Zayandehrud ormai prosciugato. Ma in poco tempo sono cominciati a risuonare gli slogan contro la Guida suprema, Ali Khamenei, e poi "morte ai dittatori". Allora la polizia prende la mira e comincia a sparare ad altezza uomo. Non si conosce il numero dei morti, ma nei video di ieri si vede un ragazzo a cui sparano alla testa, poi c'è una donna a terra: non si muove, ha gli occhiali rotti e il volto insanguinato. Ci sono altri tre corpi inermi di giovani trascinati via dalla folla dai loro compagni. Ci sono i raid nelle case, i poliziotti sfondano le porte degli appartamenti e ci lanciano dentro i lacrimogeni. Da Teheran decidono di rallentare internet nella zona, ma ormai sono scesi in piazza anche a Shahr-e Kord e ad Ahvaz. Non sappiamo che succede perché lì il governo ha completamente bloccato internet. Nel frattempo finisce l'acqua a Yazd, le autorità dicono che sono stati i "vandali" a sabotare il canale di rifornimento che arriva da Isfahan. I manifestanti dicono che non è vero, che è un trucco per rivoltare la popolazione contro di loro. Questo genere di proteste mandano in paranoia i vertici della Repubblica islamica: il problema dell'acqua è un problema di molti e con il dramma dei contadini solidarizzano anche gli iraniani dei villaggi che votano conservatore. Gli ayatollah le temono perché sono contagiose e c'è il rischio che si ripeta quello che è successo nel novembre 2019, quando la rabbia dei "mustafazin" ("senza scarpe") è esplosa in tutto il paese e la repressione ha fatto 1.500 morti nelle strade.
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