Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
'Razza': una parola malata Editoriale di Maurizio Molinari
Testata: La Repubblica Data: 30 luglio 2021 Pagina: 1 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Quando le parole sono malate»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/07/2021, a pag. 1, con il titolo "Quando le parole sono malate", l'editoriale del direttore Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Alle 14.15 di ieri la parola “razza” è comparsa all’improvviso sugli schermi dei nostri computer quando, per un errore burocratico, è stata recapitata per email ad ogni giornalista un’informativa sulla privacy nella quale si elencavano i dati personali sensibili che sarebbero potuti essere oggetto di trattamento. L’intervento dei redattori e dell’azienda ha consentito di identificare e correggere in tempi rapidi una procedura che, ancorché pensata per tutelare i diritti dei lavoratori e redatta in osservanza delle norme sulla privacy, appariva il suo esatto contrario. Un errore, appunto. Ma poiché siamo un giornale che si distingue proprio nella tutela delle libertà fondamentali siamo andati oltre. Abbiamo voluto comprendere da dove arrivava in un documento sulla privacy l’agghiacciante definizione “origine razziale o etnica” riferita ad una delle categorie dei dati personali sensibili passibili di trattamento.
Albert Einstein: 'L'unica razza che conosco è quella umana"
Come fosse possibile che a 83 anni dall’infamia delle Leggi Razziali ed a 76 anni dalla sconfitta del nazifascismo la parola “razza” continuasse a inquinare il nostro linguaggio. L’esito è stato inequivocabile: una delle parole più malate della Storia d’Europa compare nel testo del Regolamento Ue 2016/679, che al comma 1 dell’articolo 9 parla di “origine razziale o etnica”, con il risultato di veicolarla nel nostro ordinamento con il decreto 101 del 2018. Ovvero, nei testi del Codice Privacy della Repubblica italiana si parla di “razza”. Poiché è una parola che racchiude il seme dell’odio, la Francia nel 2018 e la Germania nel 2020 l’hanno abolita dalle loro Costituzioni. E dunque ci batteremo per espellerla dai testi ufficiali Ue come dalle nostre leggi, incluso l’articolo 3 della Costituzione. Perché la persistenza di definizioni aberranti nel linguaggio burocratico nasce dalla carenza di coraggio nel fare i conti con la Storia.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante