Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Human Rights Watch e la propaganda contro Israele Analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 28 aprile 2021 Pagina: 15 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Ritorna la propaganda anti-Israele: 'I palestinesi vittime di apartheid'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 28/04/2021, a pag. 15 con il titolo "Ritorna la propaganda anti-Israele: 'I palestinesi vittime di apartheid' " l'analisi di Fiamma Nirenstein.
Fiamma Nirenstein
E’ dal 1975, quando l'Onu votò con maggioranza arabo-sovietica la dichiarazione «sionismo uguale razzismo» che è stata poi cancellata nel '91, che si ripete il tentativo di spacciare il conflitto israelo-palestinese per una scelta del popolo ebraico di dominare e discriminare il mondo arabo e musulmano in nome di principi suprematisti, e appunto, razzisti. La scelta propagandistica è molto redditizia, perché cosa c'è di moralmente peggiore al mondo, dopo il nazismo, del razzismo? Il sistema di apartheid sudafricano non a caso ormai defunto e sconfitto dalla buona volontà internazionale è un parametro internazionale di tutti i mali, ed è universalmente buono e giusto ergersi contro quell'infamia. Il tentativo di infettare Israele con questa accusa consta adesso di un nuovo documento di Human Rights Watch, 217 pagine di vecchie accuse ben riciclate (l'organizzazione, come scrive il presidente di «NGO Monitor» Gerald Steinberg ha un budget di 90 milioni di dollari in donazioni anche italiane alle varie Ong talora legate al gruppo terrorista Fronte di Liberazione Palestinese) a cura di Omar Shaldr, direttore del settore israeliano e palestinese. Esse sostengono, con l'aiuto di organizzazioni come Al Haq, Pchr, Al Mezan, Al Dameer che «Israele perseguita la popolazione palestinese» per «assicurare la dominazione israeliana».
Il testo riproduce parti delle accuse già usate per indurre l'International Criminal Court a perseguire Israele per crimini di guerra, e da B'tselem, organizzazione israeliana che sostiene che c'è «un regime di supremazia ebraica dal Giordano al Mediterraneo (molto generoso verso il piccolissimo Stato Ebraico ndr) e questo è apartheid». L'accusa, se non si inserisse in un clima mondiale che mette le ali verso una rinnovata criminalizzazione d'Israele, sarebbe da ridere se si ha in mente la società israeliana e se ne conosce la mescolanza di razze, religioni, etnie sulle spiagge e per le strade, nei mall in cui arabi ed ebrei guardano le vetrine insieme, gli ospedali dove giacciono in letti contigui curati da medici arabi e ebrei; più del 20 per cento della popolazione totale, gli arabi sono rappresentati alla Knesset da partiti differenziati e da membri del Parlamento liberi nelle strade e nelle istituzioni, le università sono frequentate da giovani di ogni etnia, dottori avvocati, giudici della corte suprema, comandanti della polizia e delle forze di sicurezza sono arabi, il giudice che accusò Moshe Katzav, allora presidente della Repubblica di crimini sessuali e lo mandò in carcere era George Kara, giudice arabo. Il rapporto di Hrw fornisce notizie false quando parla di transfer di popolazioni inermi, attribuisce alle divisioni territoriali peraltro concordate a Oslo fino a una soluzione fra le due parti il carattere di imposizioni razziali, cancella ogni diritto del popolo ebraico a un suo Stato quando cancella il diritto (come di qualsiasi Stato sovrano) a un'immigrazione, specie dopo le terribili persecuzioni subite a causa dell'antisemitismo. L'idea che uno Stato Ebraico sia di per sé razzista per la «legge del ritorno» è una delegittimazione della sovranità più che un'accusa. Il report ignora anche che le misure di cautela non sono gesti di discriminazione dell'etnia o della religione, ma di cautela dopo tanto terrorismo.