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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.09.2002 La stampa italiana "simpatizza" per Arafat


Testata:Informazione Corretta
Autore: Giorgia Greco
Titolo: «La stampa italiana "simpatizza" per Arafat»
Giovedì 19 settembre 2002 su un autobus di Tel Aviv un terrorista palestinese si è fatto esplodere e per 6 israeliani non c’è stato più nulla da fare: il corpo fatto a pezzi dalle viti e dai bulloni che gli ingegneri di Hamas utilizzano per confezionare le bombe al fine di renderle ancora più letali.Per altri 70 israeliani, distrutti nel corpo e nella mente, la vita non sarà mai più la stessa.Se ne usciranno indenni,almeno nel corpo, il loro pensiero volerà sempre a quei tragici momenti nei quali solo per una "fortunata" fatalità hanno avuto salva la vita. Ma non dimenticheranno, né dimenticheranno i loro familiari.Sul marciapiedi della Via Allenby, mescolati ai brandelli di carne umana dei loro proprietari, sono rimasti i pacchetti di regali acquistati per la ricorrenza della Festa dei Tabernacoli, semplici gesti di un desiderio di normalità nel quale è sempre più difficile credere. Come ha reagito la stampa italiana a questo ennesimo feroce atto di terrorismo?Dedicando le prime pagine dei giornali ad Arafat. Da tre giorni su quasi tutti i quotidiani, il Resto del Carlino, l’Unità, La Stampa ecc si legge:Arafat assediato, Arafat bombardato, Arafat isolato, Arafat preso di mira dalla reazione "durissima" dell’esercito israeliano.E Arafat, ormai privo di potere politico, vuole essere ancora protagonista della scena mondiale, certo di avere ancora puntati addosso i riflettori di cui tanto si è giovato per "promuovere" all’interno della comunità internazionale (cieca davanti alle sue attività di finanziatore e promotore del terrorismo) un’ immagine di leader "moderato".E Arafat dal suo "isolamento" è in costante contatto telefonico con il numero due dell’Olp, Abu Mazen, con il capo negoziatore dell’ANP, Saeb Erekat ai quali chiede "disperatamente" di far cessare l’aggressione israeliana.E sempre dal suo "isolamento" si è rivolto a molti governi stranieri, ha lanciato concitati appelli all’Unione Europea, alla Giordania, all’Egitto e all’Arabia Saudita affinché vengano in suo aiuto.Lo ascolteranno?Nel frattempo quello che chiedono gli israeliani è la consegna dei 20 terroristi "ospiti" del Muqata, il quartier generale di Arafat, tra i quali il capo dell’intelligence in Cisgiordania, Tawfik Tirawi e il capo della guardia presidenziale Forza 17, Muhammed Damra entrambi accusati di atti di terrorismo.La vita di Arafat non è in pericolo, gli israeliani avrebbero avuto mille occasioni per ucciderlo ma il loro obiettivo non è questo.Lo hanno delegittimato, isolato, assediato scrivono i giornali italiani. In realtà si è delegittimato da solo dinanzi al suo popolo con la corruzione, le ruberie che hanno sempre contraddistinto la sua politica di capo terrorista, bugiardo e voltagabbana a seconda delle circostanze che più gli convenivano.Condanna il terrorismo a parole ma solo perché "danneggia la causa palestinese" e nel frattempo incita al martirio il suo popolo, evitando di prendere posizione contro i gruppi terroristici.Perché la stampa, soprattutto quella di sinistra, nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere che Arafat è solo un capo terrorista corrotto che ha indossato per più di 20 anni i panni del leader "moderato" ad uso esclusivo delle diplomazie occidentali?La figura di Arafat suscita una forte empatia nei giornalisti italiani e mi rendo conto, con una certa dose di rabbia, che negli ultimi tre giorni nessun giornale ha "staccato" l’attenzione dalla sorte di Arafat, anche solo con un breve trafiletto, per ricordare la strage di Tel Aviv che ha determinato la reazione israeliana; nessun giornalista è entrato in un ospedale di Gerusalemme per intervistare qualcuno dei superstiti (mentre si sprecano sull’Unità le interviste ai capi palestinesi), nessun giornalista ha avvicinato i familiari delle vittime.Siamo dinanzi ad un rischio molto grave e pericoloso: che la stampa e con essa l’opinione pubblica si abituino a quelle stragi, a quella violenza, a quei morti e che perciò tutto si esaurisca riportando il fatto di cronaca. Tanto il resto non fa notizia!!Eppure quei civili fatti a brandelli non sono opera di una mente "disperata" ma il frutto di un’ideologia dell’intolleranza, dell’odio verso tutti gli ebrei, della volontà di distruggere Israele, un’ideologia malvagia che Arafat ha inculcato nelle giovani generazioni e che ha nello sterminio dei civili inermi israeliani la sua espressione più tragica. Arafat è l’unico responsabile del suo destino e dunque perché ci si preoccupa così tanto del "povero anziano raiss" , di dove abita, di cosa mangia, di quante telefonate potrà fare e ci si dimentica delle vere vittime di questo conflitto?



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