Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Caos e scontri in Olanda: che cosa dobbiamo imparare La cronaca a firma I.So.
Testata: Corriere della Sera Data: 28 gennaio 2021 Pagina: 1 Autore: I.So. Titolo: «Olanda, 5 giorni di scontri e saccheggi per il coprifuoco»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/01/2021, con il titolo "Olanda, 5 giorni di scontri e saccheggi per il coprifuoco", la cronaca a firma I.So.
Speriamo che la lezione che proviene dall'Olanda sia attentamente analizzata, per evitare che si riproponga anche in Italia e in altri Paesi...
Ecco l'articolo:
Vetrine infrante ad Amsterdam
Cinque giorni di negozi devastati, auto incendiate, sassaiole contro la polizia e 565 arresti: è questo il provvisorio bilancio dei disordini in decine di città dei Paesi Bassi, dove alcune centinaia di manifestanti protestano dal 23 gennaio contro il coprifuoco. Ieri il dimissionario Mark Rutte, premier per gli affari correnti sino al voto del 17 marzo, ha risposto che l’esercito «non è un tabù» a un’interrogazione del populista Geert Wilders.
In Belgio, dove vige un identico coprifuoco, crea apprensione un raduno organizzato per domenica a Bruxelles, e che la ministra dell’Interno Annelies Verlinden ha definito «ispirato dai Paesi Bassi». Paura anche in Francia. Che il coprifuoco, il primo dall’occupazione nazista, fosse per questo una misura impopolare la Camera lo ha sempre previsto: da settembre lo si vota periodicamente ed è sempre bocciato. Ma a 13.600 morti e quasi un milione di casi il lockdown in vigore da dicembre è sembrato una misura non più sufficiente. Così la Camera ha acconsentito: divieto di uscire dalle 21 alle 4:30, pena multe di 95 euro. Già sabato 23 i primi disordini, organizzati su Telegram. A Urk, nel Flevoland, un centro tamponi è stato incendiato; il giorno dopo, violenti scontri andavano in scena ad Amsterdam, Eindhoven, Rotterdam e altre 26 città. A Tillburg, Maastricht e Breda le tifoserie di calcio hanno inviato un «servizio d’ordine», e a fianco della polizia è scesa anche la KMar, la polizia militare reale. I cittadini non sostengono le proteste: migliaia le denunce e i crowdfunding per i negozi devastati. Ma i manifestanti non sembrano voler mollare.
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