Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Parigi, censura all'Opéra: via i classici se non sono politicamente corretti Commento di Mauro Zanon
Testata: Il Giornale Data: 30 dicembre 2020 Pagina: 23 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Se l'Opéra molla i classici: in scena solo se 'corretti'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 30/12/2020, a pag.23, con il titolo "Se l'Opéra molla i classici: in scena solo se 'corretti' ", il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
L'Opéra di Parigi
Basta classici, ora spazio alle pièces in sintonia con il movimento Black lives matter (Blm). E questa la filosofia del nuovo direttore dell'Opéra di Parigi, il tedesco Alexander Neef, determinato a rivoluzionare un'istituzione tricentenaria, o meglio a igienizzarla secondo i nuovi canoni Blm. «Alcune opere spariranno dal repertorio», ha detto al quotidiano Le Monde, citando tre capolavori che potrebbero non andare più in scena al Palais Gamier, come La Bayadère, Le Lac des cygnes e Casse-Noisette. II motivo? Sono considerati razzisti. «Per realizzare un rinnovamento profondo, affinché fra dieci anni le minoranze siano rappresentate meglio all'Opéra, era necessaria una vera riflessione», ha aggiunto Neef. La missione di «decolonizzazione» dell'Opéra è stata attribuita a Constance Rivière, ex collaboratrice del presidente socialista François Hollande, e allo storico Pap Ndiaye, specialista delle minoranze. Tra le altre cose, scrive Le Monde, i due esperti dovranno riflettere sulle «condizioni di rappresentazione di ruoli stereotipati come Abderrahmane, il capo dei saraceni, in Raymonda, o come gli indiani ne La Bayadère, che sono la caricatura degli indigeni e ricordano il colonialismo».
La decisione di stravolgere lo spirito originario dell'Opéra è stata presa da Neef in seguito alla pubblicazione di un manifesto dove i dipendenti neri e meticci dell'istituzione si sono lamentati degli «stereotipi coloniali» di alcune opere e della poca diversità. I firmatari, all'unisono, hanno detto di aver preso coscienza della loro situazione «dopo l'uccisione di George Floyd». Neef è andato anche oltre nell'accogliere le loro richieste, chiedendo ai due esperti, Rivière e Ndiaye, di lavorare sulla nozione di «ballet blanc», archetipo del balletto classico, perché in odore di razzismo. «Questa discussione all'interno dell'Opéra, considerata come una fortezza della tradizione, è molto positiva», ha dichiarato Françoise Vergès, presidente dell'associazione «Décoloniser les artes». Ma una certa Parigi mostra già la sua insofferenza verso le nuove linee guida del tedesco Neef e ha nostalgia di Stéphane Lissner, oggi direttore del Teatro San Carlo di Napoli.
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