La dichiarazione dell’Unione Europea sulla lotta all’antisemitismo 
Analisi di Manfred Gerstenfeld 
(traduzione di Yehudit Weisz) 

Il  Consiglio Europeo è costituito dai Capi di Governo dei suoi Stati  membri. Decide l’agenda della politica dell’Unione Europea identificando  i temi cruciali e le azioni da intraprendere. Lo scorso 2 dicembre, il  Consiglio Europeo ha accolto una dichiarazione di integrazione della  lotta contro l’antisemitismo in tutti gli ambiti politici. Nell’analisi  di questo testo si scopre che è almeno altrettanto importante valutare  cosa manca quanto cosa è stato preso in considerazione.   Nella  dichiarazione si legge che il Consiglio Europeo “esprime la sua  preoccupazione davanti all’aumento di minacce al popolo ebraico in  Europa e al risorgere di teorie complottiste, in particolare nell’ambito  della pandemia da Covid 19, così come davanti all’aumento di episodi  antisemiti e di reati legati all’odio.” Il testo afferma inoltre che  “l’antisemitismo si è sviluppato in varie forme e va combattuto con  interventi pubblici integrativi. L’illecito incitamento all’odio e i  contenuti terroristici online devono essere rimossi prontamente e  sistematicamente dai fornitori dei servizi internet. E’ anche necessaria  una forte e sistematica azione penale contro gli atti antisemiti.”         La dichiarazione si conclude dicendo che gli Stati membri “accolgono  con favore la decisione della Commissione Europea di fare della lotta  all’antisemitismo una priorità, oltre a rafforzare la base istituzionale  per il Coordinatore per combattere l’antisemitismo e favorire la vita  degli ebrei.” Ma cos’è che manca nella dichiarazione, che  ragionevolmente ci sarebbe dovuto essere? Cosa non c'è nella  dichiarazione, che ragionevolmente avrebbe dovuto esserci? Certamente  doveva essere concisa, ma avrebbe dovuto menzionare ancora questioni  cruciali riguardanti l'antisemitismo. Queste potrebbero riempire molte  più dichiarazioni rispetto al testo riportato. Prima di tutto la  dichiarazione avrebbe dovuto fare riferimento a una definizione di  antisemitismo. Quello dell'International Holocaust Remembrance Alliance  (IHRA) è di gran lunga Il più accettato. L'accoglimento di questo testo  nell'IHRA ha richiesto l'approvazione di tutti i suoi Stati membri.  Questi includono la grande maggioranza dei Paesi dell'UE.   L'antisemitismo europeo precede la creazione dell'Europa di oltre mille  anni. Non è solo da oggi che l'antisemitismo è in aumento. 
 
 Il Consiglio Europeo
Il Consiglio Europeo
È  chiaro che è parte integrante e diffusa della cultura europea. Il  Consiglio dell'UE avrebbe dovuto chiarire che senza un'indagine  approfondita del passato comportamento scorretto dell'Europa nei  confronti degli ebrei, le conclusioni sulle attuali politiche da seguire  saranno difettose. Fare riferimento solo a ciò che sta accadendo  ultimamente, cancella la prospettiva storica. L'infrastruttura per  l'antisemitismo nazionalista/etnico è stata posta attraverso   l’antisemitismo estremista cristiano. Ciò a sua volta ha portato al  genocidio degli ebrei durante la Shoah.   La dichiarazione non fa  riferimento ad un altro fatto importante: nonostante tutte le parole che  ha speso negli anni sull'antisemitismo, la Commissione UE non ha ancora  dati comparabili sull’antisemitismo dei suoi Stati membri. Non si dice  nulla sul rapporto tra immigrazione e antisemitismo. Non ci sono  controlli degli immigrati che entrano nell'UE per stabilire se una  persona ha opinioni antisemite. Ciò è particolarmente rilevante per gli  immigrati musulmani tra i quali la percentuale di antisemiti è molto più  alta che tra la popolazione preesistente.   Le politiche della  Cancelliera tedesca Angela Merkel, favorevoli ad una immigrazione di  massa quasi incontrollata dal 2015, hanno reso la Germania il più grande  importatore europeo di antisemiti. Ciò ha portato anche alla crescita  di un nuovo partito di destra, l'AfD. L'ala più estrema ha opinioni  fascistoidi. Alcuni singoli membri possono avere opinioni ancora più  radicali.   La Commissione Europea ha ignorato tutte le statistiche, che  mostrano la convinzione diffusa nei Paesi europei che Israele intende  sterminare i palestinesi, o che "si comporti nei loro confronti come i  nazisti". Non vi è alcun riferimento sul fatto che la lotta  all'antisemitismo dovrebbe essere guidata da un commissario al più alto  livello della Commissione europea.  Secondo la definizione dell'IHRA,  l’espressione di voto sulle risoluzioni anti-israeliane presso le  Nazioni Unite e gli organi associati, di un certo numero di Stati  europei, possono spesso essere considerati atti antisemiti. La decisione  della Commissione Europea di marchiare le merci provenienti dai  Territori contesi della Cisgiordania, senza fare lo stesso per quelle di  altri territori occupati da altre nazioni democratiche, è stato un atto  antisemita. 
                                                                                                          Si sarebbe dovuto sollevare la questione se fornire assistenza  finanziaria da parte dell'UE e di molti dei suoi Stati membri  all'Autorità palestinese sia un atto antisemita. Ciò dovrebbe essere  fatto soprattutto in considerazione del fatto che l'Autorità Palestinese  assegna molti soldi ai terroristi assassini di ebrei.  Ci sono anche  accuse secondo cui l'Unione Europea finanzia ONG con legami  terroristici.  Una questione che avrebbe dovuto essere  inserita nella  dichiarazione è l'antisemitismo contro gli ebrei che si trovano nelle  posizioni più vulnerabili. Qui vengono in mente gli alunni delle scuole.  Spesso gli ebrei vittime di molestie hanno dovuto lasciare la scuola,  mentre è stato permesso di rimanere all'autore del reato.  La vera  cartina di tornasole per la UE arriverà solo quando sarà pubblicato il  documento della Commissione europea sulla sua strategia per la lotta  all'antisemitismo. Solo allora si vedrà molto più in dettaglio quanto  quella istituzione sia seria nel tentativo sincero di combattere l'odio  più antico del mondo.
 Manfred     Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal     Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International  Leadership    Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni  il Jerusalem    Center for Public Affairs.
Manfred     Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal     Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International  Leadership    Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni  il Jerusalem    Center for Public Affairs.
Le sue analisi escono in italiano in esclusiva su IC