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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.08.2002 Quando la realtà supera la fantasia


Testata:Il Corriere della Sera
Autore: R.E.
Titolo: «Non uccidemmo il reporter italiano»
Infinite volte Amedeo Ricucci è stato smentito; infinite volte è stato dimostrato che ha mentito spudoratamente: quando ha affermato, per esempio, che "gli israeliani hanno sparato senza motivo" e che non c'era alcuno scontro in atto. E la smentita è venuta proprio dalla videocamera di Ciriello. E il Corriere che cosa fa? Dedica un'intera colonna alle sue dichiarazioni volte a contraddire le conclusioni dell'inchiesta israeliana (per inciso: neanche l'Unità gli ha dedicato tanto spazio). Sia ben chiaro: non abbiamo alcuna prova che le dichiarazioni israeliane siano veritiere, ma abbiamo, in compenso, prove a non finire che quelle di Ricucci sono menzognere; ma per il Corriere il signor Ricucci è l'unico "testimone" meritevole di essere ascoltato.
A cinque mesi dall’uccisione di Raffaele Ciriello, Israele ha ieri ufficialmente negato che siano stati suoi militari a sparare in direzione del fotoreporter italiano, colpito a morte il 13 marzo scorso da cinque proiettili a Ramallah. L’inchiesta appena conclusa dalle forze armate israeliane (Idf) ha stabilito - secondo un portavoce militare - che «non ci sono prove, né conoscenza, che alcuna unità dell'Idf abbia aperto il fuoco in direzione del fotografo». Ed esclude l’ipotesi che l'Idf avesse «attivato alcun ordigno esplosivo in quel momento e in quel posto». Queste conclusioni contrastano tra l’altro con la versione fornita da un testimone oculare, il giornalista televisivo Amedeo Ricucci, secondo cui Ciriello fu colpito allo stomaco da una raffica sparata da un carro armato israeliano distante 150-200 metri. Ricucci, giornalista di Tv7, il settimanale del Tg1, ha così commentato i risultati dell’inchiesta: «Dal momento che ho visto il carro armato pochi secondi prima che lo vedesse Raffaele Ciriello, confermo che nella strada da cui è partito il colpo c’era solo quel carro armato, non c’erano individui, né erano in corso sparatorie. Siccome i palestinesi non hanno carri armati ed è improbabile che accanto o dietro al carro armato potesse esserci un palestinese - aggiunge il giornalista - la conclusione su chi sia stato a sparare mi sembra ovvia. Trovo meschino che l'esercito israeliano continui a mentire su questa uccisione e non si assuma le proprie responsabilità». Raffaele Ciriello era un fotoreporter indipendente esperto, aveva lavorato per dieci anni nelle zone di guerra, dal Medio Oriente al Kosovo, dall’Africa all’Afghanistan. Era sposato con Paola, avevano una bambina, Carolina, che oggi sta per compiere due anni. Secondo l’autopsia condotta in Italia, il reporter fu ucciso da cinque colpi di arma da fuoco, uno vicino all'altro come in una raffica. Il mattino che fu colpito in una strada di Ramallah, stava compiendo un reportage con una videocamera digitale. Immagini, poi visionate in Italia, che raccontano gli ultimi istanti della sua vita. Con alcuni colleghi Raffaele stava seguendo un gruppo di palestinesi armati nelle vie di Ramallah, deserte per il coprifuoco israeliano. Le immagini mostrano un angolo di una strada dal quale qualcuno, un palestinese, con la maglia azzurra di una squadra di calcio, spara qualche colpo di Kalashnikov. Passano due minuti, la telecamera si dirige verso quello stesso angolo fatale. Appena il tempo di sporgersi, scoprire la sagoma di un carro armato. Si sente la raffica di un mitragliatore, si vede la nuvola bianca dell'intonaco sbrecciato, l'obiettivo ruota di lato e punta verso terra. Raffaele cade senza un grido. Presentando i risultati dell’inchiesta, il portavoce dell’esercito ha ribadito che «i giornalisti che entrano in zone dove ci sono scontri a fuoco si mettono, coscientemente e su loro responsabilità, in situazioni di pericolo specialmente quando operano senza coordinare la loro attività con i militari». Il portavoce ha espresso rammarico per «qualsiasi danno causato a civili, inclusi gli operatori dei mass media». Dal settembre 2000 - denuncia l’organizzazione «Reporter senza frontiere» - 40 giornalisti sono stati feriti nei Territori dal fuoco israeliano, due sono morti: Raffaele Ciriello e il fotoreporter palestinese Imad Abu Zahra.
Nel frattempo, in questi ultimi due giorni, un soldato israeliano è stato ucciso da un cecchino palestinese; è stata sgominata una cellula di Hamas composta in parte da arabi con cittandinanza israeliana, autori o complici di micidiali attentati; è stato arrestato l'archimandrita Theodosios con l'accusa di sostegno ai terroristi suicidi; una donna palestinese è morta per l'esplosione di un ordigno che portava con sé; sono stati arrestati terroristi in procinto di compiere attentati; Israele continua a non poter iniziare il ritiro da Gaza a causa della totale mancanza di qualunque iniziativa da parte palestinese per farmare la violenza; Uri Avneri, dando l'ennesima prova del grande senso morale che caratterizza i cittadini israeliani, ha chiesto alla Procura che il comandante dell'Aviazione venga processato per il bombardamento sul centro di Gaza. Ma per conoscere queste notizie abbiamo dovuto leggere altri giornali, perché il Corriere non ne ha dato il minimo cenno.
Invitiamo i lettori di informazione corretta ad inviare il loro commento al Corriere, cliccando sulla email sottostante.

lettere@corriere.it

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