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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Avvenire Rassegna Stampa
00.00.0000 La morsa sempre più stretta e l'odio cieco palestinese


Testata: Avvenire
Data: 00 0000
Pagina: 5
Autore: Luca Geronico Graziano Motta
Titolo: «La risposta ad Hamas: raid aereo contro Gaza- Ora si prospetta uno scenario algerino»
Davvero orrendo questo articolo: vorrebbe essere una pietanza semplice sapientemente speziata, ma purtroppo il vasetto del curry si è rovesciato, uccidendo ogni altro sapore e lasciandoci con la bocca in fiamme. Ci informa che "una morsa sempre più stretta sta stritolando dall'alba di ieri i Territori" (per colpa di chi? E la dirigenza palestinese che da nove anni sta derubando i palestinesi delle risorse destinate a loro riducendoli alla fame, quella non sta stritolando niente?); ci parla di "rappresaglia" per indicare un'azione di autodifesa volta a distruggere le strutture e infrastrutture del terrorismo; chiama "deportazione" la misura del domicilio coatto; naturalmente non mancano "gli elicotteri da combattimento con la stella di Davide", caso mai rischiassimo di dimenticarci che quegli sporchi assassini sono ebrei; chiama "guerriglieri" i terroristi e infine scrive che "un ragazzo palestinese di 13 anni è stato ucciso dai militari israeliani nei pressi di Nablus": così, non si sa perché. Davvero troppo per un articolo solo.
Splendido invece - come spesso succede - l'articolo ORA SI PROSPETTA UNO SCENARIO ALGERINO del bravo Graziano Motta, che analizza la situazione in campo palestinese, con i suoi capi "travolti dal vortice di un odio cieco". Facendo un confronto con il terrorismo irlandese e basco, nota che
In zone di conflittualità che hanno come protagonisti i movimenti fondamentalisti islamici la capacità di resistenza e di dilatazione nel tempo è particolarmente forte soprattutto perché viene alimentata da una cultura di esaltazione della morte violenta (emblematica la venerazione degli shahid, dei martiri suicidi) e rafforzata con costanza e generosità dalla solidarierà finanziaria e in mezzi militari da parte di istituzioni e apparati di potere
E ricorda anche che
I movimenti islamici (...) accentuano le loro operazioni terroristiche quando è in corso uno sforzo diplomatico di mediazione o di superamento di una crisi, per farlo fallire.
E infine
La prospettiva di una lotta di lunga durata al terrorismo palestinese scaturisce anche dalla convinzione sempre più diffusa in Israele che nessuna Autorità palestinese, presieduta o no da Arafat, riuscirà a sradicare la convinzione e la determinazione dei fondamentalisti islamici di cancellare la presenza dello Stato ebraico dal Medio Oriente

lettere@avvenire.it

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