Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'ultimo scandalo Onu: ai diritti umani votati Cina, Cuba e Russia Commento di Fausto Biloslavo
Testata: Il Giornale Data: 14 ottobre 2020 Pagina: 15 Autore: Fausto Biloslavo Titolo: «Ai diritti umani l'Onu vota Cina Cuba e Russia»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 14/10/2020, a pag.15, con il titolo "Ai diritti umani l'Onu vota Cina Cuba e Russia", il commento di Fausto Biloslavo.
L'Onu è espressione della maggioranza dei Paesi del mondo, che non è composta da democrazie fondate sulla libertà e il confronto. Votare come rappresentanti per i diritti umani tre dei Paesi che questi diritti li violano in modo più evidente e costante, come Russia, Cina e Cuba, è però una conferma a cui l'Onu ci aveva abituati. Vedremo tra poche settimane se e come le elezioni americane influenzeranno le decisioni delle Nazioni Unite.
Ecco l'articolo:
Fausto Biloslavo
Se sbatti in galera gli studenti di Hong Kong che chiedono libertà e vera democrazia, avveleni gli oppositori, tagli a pezzi un giornalista scomodo e trasformi una rivoluzione in dittatura, hai pieno titolo per far parte del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Cina, Russia e Cuba sono stati eletti ieri dal voto segreto dell'assemblea generale del palazzo di vetro nella plancia di comando del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Almeno non l'ha spuntata l'Arabia Saudita, che taglia a pezzi i giornalisti scomodi. Anche gli altri tre non sono proprio dei fulgidi esempi di libertà, rispetto della vita umana e della democrazia. Un Watch, una organizzazione non governativa, che fa le pulci all'Onu, ha paragonato queste nomine «a una banda di piromani arruolata in una caserma dei pompieri». La Cina che a casa sua fa sparire non solo i dissidenti politici, ma chiunque si permetta di alzare il dito per chiedere lumi sul virus che sta sconvolgendo il mondo non ha avuto ostacoli. Neanche la repressione delle manifestazioni pro democrazia ad Hong Kong e l'imposizione di leggi liberticide ha scalfito gli almeno 97 paesi che devono esprimere voto favorevole. Per non parlare della minoranza musulmana degli uiguri, che viene «rieducata» dai mandarini comunisti con metodi da lager. L'Arabia Saudita di Mohammed bin Salman, l'erede al trono, che fa a pezzi il giornalista scomodo, Jamal Khashoggi, e continua a incarcerare le donne che alzano troppo il velo è stata bocciata. Se i cinesi dovevano vedersela con rivali terribilmente deboli come Nepal e Uzbekistan, russi e cubani avevano la strada spianata grazie ad accordi dietro le quinte. Lo zar del Cremlino, Vladimir Putin, non è certo un dittatore, ma i troppi avvelenamenti, come quello che ha mezzo ammazzato l'oppositore Alexei Navalny non sono un buon biglietto da visita. E anche l'appoggio a Alexander Lukashenko, l'ultimo dinosauro dell'era sovietica in Europa, stona con il Consiglio dei diritti umani. Cuba, che ha trasformato l'isola ribelle in una dittatura a conduzione familiare dei fratelli Castro, farà sicuramente un figurone in difesa della libertà d'espressione, diritto fondamentale. Rosa María Payá, figlia di un famoso dissidente, ha dichiarato che «l'esistenza di una candidatura senza concorrenza della dittatura non è solo un oltraggio contro il popolo cubano, ma anche una vergogna per i governi che siedono alle Nazioni Unite». L'Inghilterra ha fatto timidamente capire che voterà contro la Cina. Le vere democrazie in blocco avrebbero potuto evitare l'ennesima figuraccia, ma i diritti umani valgono sulla carta e si dissolvono di fronte al cinismo della Realpolitik.
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