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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
09.10.2020 Libano: le opposte fazioni da decenni dilaniano il Paese
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 09 ottobre 2020
Pagina: 22
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Povertà e corruzione nel Libano sfiancato dalle fazioni»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - SETTE di oggi, 09/10/2020, a pag.22, con il titolo "Povertà e corruzione nel Libano sfiancato dalle fazioni" il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini


L'esplosione di Beirut

Prima della devastante esplosione al porto, dei duecento morti, dell'epidemia di Covid-19, il Libano sta già sprofondando. La lira, la moneta locale, ha perso il 6o per cento del valore e la maggior parte delle famiglie non riesce più a comprare quel che serve perché i prezzi sono aumentati del 367 per cento in un anno, ormai quasi un quarto dei libanesi sopravvive in estrema povertà, sotto quella soglia di un dollaro e go centesimi al giorno fissata dalla burocrazia della disperazione. Per mesi i manifestanti sono scesi in strada a protestare contro la corruzione, la crisi politica senza fine, le disparità economiche (il lo per cento delle famiglie più facoltose possiede il 7o per cento della ricchezza), il sistema di spartizione dei poteri che ha cercato di chiudere le ferite dei 15 anni di guerra civile distribuendo punti di sutura tra maroniti, sciiti, sunniti. Emmanuel Macron, il presidente francese, ha proposto un piano perché il Libano provi a uscire dall'emergenza, ma un primo tentativo di formare un nuovo governo è saltato per le pressioni di Hezbollah e degli altri gruppi sciiti. L’organizzazione ha ribadito di non essere pronta a trasformarsi solo in forza politica e a rinunciare agli armamenti: «Servono per combattere Israele», ribadisce la propaganda del movimento, eppure i gruppi paramilitari fanno anche da deterrente contro le proteste interne. Così i libanesi ancora una volta restano in mezzo alle lotte tra le fazioni (da cui spesso dipendono per ottenere un lavoro e aiuti), alle sfide tra potenze (gli Stati Uniti alzano la pressione sull'Iran che a sua volta mobilita Hezbollah), alle intromissioni straniere (l'intervento francese nei territori che ha amministrato per oltre 40 anni).

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