Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Usa: finalmente la realtà viene a galla Commento di Federico Rampini
Testata: La Repubblica Data: 31 agosto 2020 Pagina: 17 Autore: Federico Rampini Titolo: «La violenza degli opposti estremismi che riporta l’America agli anni ‘60»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 31/08/2020, a pag.17, con il titolo "La violenza degli opposti estremismi che riporta l’America agli anni ‘60", il commento di Federico Rampini.
A destra: Donald Trump, Joe Biden
Ottima e equilibrata l'analisi di Federico Rampini.
Ecco l'articolo:
Federico Rampini
Il bollettino dei morti "politicizzati" in America colpisce ormai neri e bianchi, a destra e a sinistra, in una tragica contabilità che ricorda stagioni lontane: gli opposti estremismi. L’ultimo a cadere nella spirale di violenza è stato un "patriota" seguace di Donald Trump, secondo le informazioni disponibili. È stato ucciso al termine di un crescendo di scontri fra le opposte fazioni a Portland nell’Oregon. È una città che Trump nomina spesso, perché dall’inizio delle proteste contro il razzismo della polizia, dopo l’uccisione di George Floyd, a Portland le frange più radicali del movimento Black Lives Matter hanno imposto zone franche "liberate dalla polizia". Come in altre città dove le forze dell’ordine retrocedono — o vengono colpite da tagli dei fondi decisi da sindaci democratici — a Portland la criminalità aumenta, i reati violenti subiscono impennate. Sta accadendo anche a Minneapolis, Chicago, New York e tante altre metropoli. Trump ne approfitta, vede un’opportunità insperata a due mesi dal voto: impugnare lo slogan Law and Order, accelerare la rimonta nei sondaggi, strappare un sorpasso sul traguardo del 3 novembre. Che lui strumentalizzi la violenza è evidente. Non è il solo a soffiare sul fuoco, però.
Martin Luther King: "Quando si critica i sionisti le persone intendono gli ebrei. Questo è antisemitismo"
Non a caso è Joe Biden che rischia di più. Il partito democratico rappresenta un ventaglio di constituency e di posizioni ideologiche più variegato rispetto ai repubblicani. Biden ha condannato sia le violenze razziste della polizia, sia le sbandate del movimento anti-razzista, in particolare i saccheggi di negozi. Ha rifiutato di aderire allo slogan "de-fund the police", nonostante che a tagliare i fondi delle forze delle ordine siano i più celebri sindaci di sinistra come Bill de Blasio a New York ed Eric Garcetti a Los Angeles. Biden è impegnato in un esercizio di equilibrismo ad alto rischio. Sulla sua ala sinistra ci sono fasce di giovani elettori e "ultrà" di Black Lives Matter che teorizzano la legittimità della violenza per ribellarsi a un ordine ingiusto: proprio come fecero Malcom X e le Black Panthers negli anni Sessanta, quando spaccarono l’unità della battaglia per i diritti civili guidata da Martin Luther King. Biden deve cercare di portare alle urne anche quei giovani, se vuole scongiurare un’altra sconfitta da astensionismo. Però tra i suoi elettori c’è un ceto medio progressista spaventato da questo caos. C’è una piccola borghesia nera i cui negozi vengono svuotati da bande di predoni, nei quartieri dove le gang organizzate riempiono i vuoti lasciati dalla polizia in ritirata. Non aiuta Biden il fatto che i media progressisti vedano la violenza quasi solo da una parte; e che la causa di Black Lives Matter sia diventata un dogma di fede grazie all’adesione di tutto il mondo glamour: le celebrity di Hollywood, i campioni milionari dello sport. La maggioranza degli americani assiste sbigottita e sgomenta a questa nuova contabilità dei morti fra gli opposti estremismi, che la risucchia verso un’era lontana, quegli anni Sessanta nei quali una maggioranza di elettori non erano ancora nati.
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