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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
24.08.2020 Israele: ecco le misure per reagire al Covid
Ma il pezzo di Fabio Scuto è ostile a Netanyahu

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 24 agosto 2020
Pagina: 15
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «I ministri rabbini contro Gamzu, lo zar anti-Covid»
Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 24/08/2020, a pag.15 con il titolo "I ministri rabbini contro Gamzu, lo zar anti-Covid", l'articolo di Fabio Scuto.

Anche se il pezzo di Scuto contiene informazioni sulla situazione politica e sanitaria in Israele, il tono dell'articolo è ostile a Benjamin Netanyahu, definito premier "eterno" che "tace" sulle dispute dei ministri del suo governo. Non stupisce sul giornale di Marco Travaglio.

Ecco l'articolo:

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Fabio Scuto

Ronni Gamzu: « Tout étudiant qui enfreint les directives ...
Ronni Gamzu

Israele non riesce a contenere il dilagare della pandemia del Coronavirus. Nonostante i suoi ospedali di eccellenza, il coinvolgimento di strutture altamente efficienti - anche se come lo Shin Bet o l'Home Front Command, sono nate per altre esigente legate alla sicurezza e alla minaccia militare esterna - le sue tecnologie e le sue App per il controllo della popolazione, i contagi aumentano così come le vittime. Numeri spaventosi per un piccolo Paese come Israele. Il governo e il suo "eterno" premier Benjamin Netanyahu non sembrano in grado di affrontare i pericoli della seconda ondata della pandemia, già approdata in Terra Santa. Sono i ministri espressione dei tre partiti religiosi - senza i quali Netanyahu non avrebbe la maggioranza - a guidare la fronda contro lo zar per la lotta al virus, il professor Ronni Gamzu. Le sue proposte per contenere la pandemia sono state ancora una volta bocciate dal Gabinetto. L'obiettivo del suo piano è ridurre il tasso di infezione a 400 nuovi casi al giorno in quattro settimane.

Covid-19 : en Israël, la seconde vague est là et elle est «hors de ...
L'andamento dei contagi in Israele

Se il tasso di infezione non verrà rallentato entro il 10 settembre, nuove restrizioni potrebbero entrare in vigore durante il mese delle festività ebraiche a partire da Rosh Hashanah, il 18 settembre, fino all'11 ottobre, dopo la festa di Sukkot. La normativa proposta prevede, nelle aree "rosse" con alti tassi di infezione, un limite massimo di 500 metri dalla propria abitazione; limitare le riunioni ai familiari stretti; chiudere il sistema educativo e anche la maggior parte del trasporto pubblico. In altre zone la chiusura di centri commerciali, mercati, ristoranti, eventi e spettacoli. Misure che sono viste dai rabbini come un attacco alla religione, una bestemmia insopportabile. Ecco perché i ministri ultra-ortodossi Aryeh Deri e Yaakov Litzman si oppongono nettamente al piano del professor Gamzu. Porre un limite ai festeggiamenti del "Natale ebraico" - senza le preghiere collettive nelle sinagoghe, i riti dello Yom Kippur, le cene collettive, le visite ai parenti - sarebbero un attentato allo Stato. E il premier al momento tace.

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