Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il mondo arabo e Israele: la possibilità della pace Analisi di Reda Hammad
Testata: La Repubblica Data: 24 agosto 2020 Pagina: 26 Autore: Reda Hammad Titolo: «Sadat, se il sogno si avvera»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 24/08/2020, a pag. 26, con il titolo "Sadat, se il sogno si avvera", l'analisi di Reda Hammad.
A destra: Anwar Sadat, Jimmy Carter, Menachem Begin
Reda Hammad
Quando il presidente egiziano Anwar Sadat sorprese il mondo nel 1977 con la storica visita a Gerusalemme, abbracciando il premier israeliano Menachem Begin, molti dubitavano che si sarebbe avverato il sogno della pace tra Stato ebraico e Paesi arabi. Sadat ha pagato con la vita il prezzo della pace perché è stato assassinato dalla Jihad islamica il 6 ottobre 1981. Ma il suo sogno, già rafforzato dalla pace fra Giordania e Israele del 1994, ha fatto un cruciale passo avanti quando Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Israele hanno siglato l’accordo per normalizzare le relazioni. Il sogno di Sadat non era solo di vedere un giorno i discendenti della nazione araba coesistere con i discendenti dello Stato israeliano, credeva in qualcosa di molto più ambizioso: che sarebbe arrivato il giorno in cui i Paesi arabi avrebbero abbracciato Israele per costruire un comune futuro di prosperità. E questo è il vero significato dell’"Accordo di Abramo". Gli Emirati Arabi possono ora essere fondamentali per arrivare ad un accordo di pace che servirà alla causa palestinese come per dare impulso al progresso economico e commerciale nell’intera regione. Si tratta di un passo storico e non è stata una sorpresa per chi nel mondo arabo non ha mai cessato di credere nel sogno di Anwar Sadat. Lo è stato invece per chi si oppone alla pace, predica il terrorismo, plaudì all’assassinio di Sadat e pur richiamandosi alle origini dell’Islam continua ad ignorare che Muhammad, il Messaggero di Dio per i musulmani, siglò accordi con gli ebrei di Medina dando una chiara indicazione a favore dell’idea di convivenza e del desiderio di pace del Profeta con i non musulmani. Il trattato di Medina includeva gli scambi commerciali tra musulmani ed ebrei, ed i mercati ebraici dell’epoca erano pieni di musulmani all’interno della città così come le donne musulmane erano solite andare a comprare dagli ebrei senza imbarazzo. Uthman Ibn Affan, uno dei califfi più importanti dell’Islam, comprò il pozzo di Rumah da un ebreo e quando dopo la battaglia di Khaybar gli ebrei temevano l’espulsione, Muhammad chiese loro di restare per coltivare la terra in pace con i musulmani. Le radici della convivenza fra arabi ed ebrei sono profonde nella storia e nella fede dell’Islam. Ma a causa del trattato di pace con Israele, Erdogan minaccia di chiudere l’ambasciata turca negli Emirati Arabi, dimostrando di ignorare proprio la storia dell’Islam e dei musulmani, pur affermando di esserne il protettore. Al contrario di Erdogan, l’Egitto sostiene gli sforzi internazionali per promuovere la pace in Medio Oriente e il presidente Abdel Fattah al-Sisi non ha esitato a definire storico l’accordo tra gli Emirati ed Israele, augurandosi che altri Paesi del Golfo seguano tale esempio perché questo è il modo migliore per sostenere la causa palestinese.
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